Il governo ha approvato una riforma del codice degli appalti

Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo codice degli appalti
(ANSA/FABIO FRUSTACI)
Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo codice degli appalti (ANSA/FABIO FRUSTACI)

Venerdì il consiglio dei ministri ha approvato una riforma del codice degli appalti, ovvero il codice che disciplina il funzionamento degli appalti pubblici, in sostituzione del precedente del 2016. Il nuovo codice è contenuto in un decreto legislativo, adottato in attuazione della legge 78 del 21 giugno 2022 approvata dalla scorsa legislatura, che delegava al governo la riforma del codice in materia di contratti pubblici.

Il nuovo codice, che entrerà in vigore dal primo luglio 2023, ha l’obiettivo principale di velocizzare le procedure di assegnazione degli appalti per realizzare gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), cioè il programma del governo per spendere i fondi europei del cosiddetto Recovery Fund.

Il codice prevede, tra le altre cose, l’inserimento dell’elenco delle opere prioritarie direttamente nel Documento di economia e finanza (Def), ovvero il documento che ogni anno entro la prima metà di aprile il governo deve presentare e che definisce gli obiettivi della finanza pubblica, aggiorna le previsioni ed espone eventuali interventi necessari per raggiungere gli obiettivi; l’istituzione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici di un comitato speciale appositamente dedicato all’esame di tali progetti; e la reintroduzione della possibilità dell’appalto integrato, eliminato dal vecchio codice, che in sostanza permette di affidare la progettazione e la realizzazione di un’opera a uno stesso soggetto.