In Grecia si protesta per l’uccisione di un ragazzo rom da parte della polizia
È morto per un colpo alla testa sparato dalla polizia, che i manifestanti accusano di razzismo
Negli ultimi giorni in Grecia sono aumentate le proteste contro la polizia dopo l’uccisione di un ragazzo rom di 16 anni da parte di un poliziotto: il ragazzo è morto martedì all’ospedale Ippocrate di Salonicco, nel nord del paese, dove era ricoverato da più di una settimana per un colpo di arma da fuoco alla testa, sparato da un poliziotto che lo aveva inseguito accusandolo di non aver pagato un conto da 20 euro a un distributore di benzina. I manifestanti accusano la polizia di razzismo e di aver ucciso il ragazzo in quanto rom: le proteste, inizialmente limitate a Salonicco, si sono poi allargate ad altre città, compresa la capitale Atene.
Il ragazzo, di cui non è stata diffusa l’identità, era stato ricoverato lunedì 5 dicembre, il giorno stesso in cui il poliziotto gli aveva sparato mentre si allontanava dal distributore di benzina. Il ragazzo guidava un pick-up ed era inseguito da una pattuglia di poliziotti in moto, avvertita dai dipendenti del distributore: il poliziotto che gli ha sparato ha sostenuto di averlo fatto perché il ragazzo avrebbe diretto il pickup verso di loro.
Il ragazzo era stato poi ricoverato all’ospedale di Salonicco in gravi condizioni e martedì, dopo otto giorni di ricovero, il personale medico ha fatto sapere che è morto. Il poliziotto sospettato di avergli sparato, che era stato sospeso dal servizio, si trova da venerdì in stato di fermo, per ora domiciliare, in attesa di ulteriori decisioni da parte del tribunale locale, che nel frattempo ha avviato un’indagine contro di lui.
In Grecia il caso ha riaperto un dibattito sul razzismo interno alle istituzioni, in particolare proprio contro la comunità rom che in Grecia è la minoranza più estesa e conta circa 270mila persone. In passato, tra l’altro, c’erano stati altri casi di persone rom uccise o ferite in scontri con la polizia.
Le proteste erano iniziate già dal giorno in cui il poliziotto aveva sparato al ragazzo: «non è stato per la benzina, non è stato per i soldi, i poliziotti l’hanno ucciso perché era rom», era uno degli slogan dei manifestanti. Inizialmente le proteste si erano tenute solo a Salonicco, dove però erano state piuttosto violente: un centinaio di persone della comunità rom aveva bloccato la strada principale fuori dall’ospedale in cui era stato ricoverato il ragazzo, tirando su barricate e incendiando cassonetti e rifiuti. I manifestanti avevano anche distrutto alcune vetrine di negozi e lanciato bombe molotov contro la polizia, che aveva provato a reprimere la manifestazione con gas lacrimogeni e granate stordenti.
Nei giorni successivi le proteste si sono poi estese anche ad altre città, compresa Atene. Sono stati feriti diversi agenti di polizia e nel timore di ulteriori disordini il capo della polizia greca Konstantinos Skoumas ha messo in stato di allerta gli agenti: il giornale greco Ekhatimerini scrive che sono stati richiamati agenti che al momento erano fuori servizio per intensificare i pattugliamenti. C’è stato anche un appello del ministro della Giustizia, che ha invitato i manifestanti ad astenersi da rappresaglie.