In Brasile ci sono stati scontri tra la polizia e i sostenitori di Bolsonaro
È successo lunedì dopo che le autorità elettorali avevano certificato la vittoria di Lula alle ultime elezioni
Lunedì in Brasile alcune centinaia di sostenitori del presidente uscente Jair Bolsonaro hanno cercato di fare irruzione nella sede della polizia federale della capitale Brasilia per protestare contro la certificazione del risultato delle elezioni presidenziali dello scorso 30 ottobre, vinte dal candidato di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva. Alcuni gruppi di manifestanti hanno dato fuoco a cinque autobus e a varie automobili davanti alla sede della polizia, dove ci sono stati scontri con le forze dell’ordine, mentre altri hanno circondato l’albergo dove alloggiava Lula. La polizia ha lanciato gas lacrimogeni e bombe fumogene per far disperdere i manifestanti. Negli scontri è stata ferita almeno una persona.
"Área central de Brasília, próximo a hotéis e à Torre de TV, vira cenário de guerra
Ônibus e carros queimados, prédios destruídos e placas, lixeiras e até botijões de gás jogados no chão após serem usados como arma"
via @alanriossrpic.twitter.com/NOe5IyB2al
— ERIKA HILTON (@ErikakHilton) December 13, 2022
Lunedì mattina le autorità elettorali brasiliane avevano certificato la vittoria di Lula, che dopo un lungo silenzio iniziale era stata contestata da Bolsonaro, come temuto prima del voto.
Le manifestazioni dei sostenitori del presidente uscente si sono intensificate perché sempre lunedì la Corte suprema elettorale brasiliana aveva ordinato l’arresto temporaneo di uno dei principali esponenti della protesta per il suo coinvolgimento nelle proteste contro i risultati del voto: il leader indigeno José Acácio Serere Xavante è stato arrestato su richiesta della procura nazionale e sarà in custodia cautelare per dieci giorni con l’accusa di aver compiuto atti antidemocratici. Xavante è accusato tra le altre cose di aver sfruttato la propria posizione per persuadere altre persone a «commettere crimini» attraverso le proteste e di aver minacciato la sicurezza di Lula.
Dopo le elezioni di ottobre, Bolsonaro aveva chiesto alle autorità elettorali l’annullamento della maggior parte delle preferenze espresse con la votazione elettronica. In particolare, aveva sostenuto che un malfunzionamento nei software della gran parte delle macchine usate per il voto avesse reso invalidi i voti espressi, senza però portare prove al riguardo. Annullando i voti delle macchine in questione, Bolsonaro avrebbe ottenuto il 51 per cento delle preferenze e vinto così le elezioni.
Molti sostenitori di Bolsonaro avevano a loro volta rifiutato i risultati elettorali e organizzato ampie manifestazioni e blocchi stradali in segno di protesta. Alcuni avevano invocato l’intervento dell’esercito per impedire a Lula di prendere il potere, come altri hanno fatto lunedì in un ritrovo davanti al palazzo presidenziale: Bolsonaro si è unito ai manifestanti per una breve preghiera, ma non ha fatto nessun commento.
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