I migliori film del 2022 secondo il New York Times
Scelti dai critici Manohla Dargis e A.O. Scott: molti registi non americani, ma quello che è piaciuto di più a entrambi è “Nope”
Come ogni dicembre i due principali critici di cinema del New York Times, Manohla Dargis e A.O. Scott, hanno messo insieme le liste dei film che hanno apprezzato di più quest’anno. Ne hanno scelti dieci a testa, e solo in tre casi hanno citato gli stessi. Introducendo le loro selezioni, Dargis ha parlato di un documentario che fece nel 1982, durante il Festival di Cannes, il regista Wim Wenders, intervistando diversi registi sul futuro del cinema. Il francese Jean-Luc Godard, che è morto quest’anno, si lamentò già all’epoca di quanto fossero simili alcuni film che uscivano, e sulle sue speculazioni il critico Vincent Canby sviluppò una riflessione sulla mancanza di audacia tra i produttori cinematografici e sull’omogeneità dei gusti del pubblico, di cui diede la colpa alla televisione. Non avevano tutti i torti, dice Dargis, anche se come ogni anno è riuscita a vedere molti film molto belli.
Scott invece nel suo breve commento alla lista ha citato la proliferazione di film che si basano sulla nostalgia del passato, e in particolare del cinema del passato, diventati praticamente un genere a sé. Questa tendenza a incensare il passato del cinema secondo Scott è un segnale di decadenza, anche se non vuol dire che i film stiano morendo: stanno cambiando, dice, come hanno sempre fatto, e comunque «l’originalità trova un modo di emergere anche tra il conformismo dei franchise e la giungla degli algoritmi». I suoi dieci film, ha spiegato, sono accomunati dallo stesso spirito critico: «mettono in discussione non solo gli aspetti dell’esistenza umana che rappresentano, ma anche i loro stessi metodi e le loro stesse conclusioni».
La lista di Manohla Dargis
1. EO
Diretto dall’anziano regista polacco Jerzy Skolimowski, vincitore nel 1967 dell’Orso d’oro a Berlino con Il vergine, EO racconta la storia di un asinello e delle sue avventure dopo che viene mandato via dal circo in cui era impiegato. «Skolimowski ha fatto uno di quei rari film che rispondono alle domande più essenziali della vita, e lo ha fatto con la visione estatica e la temerarietà di un genio del cinema che sembra all’inizio della sua carriera». È stato presentato a Cannes e al Torino Film Festival, uscirà nei cinema italiani il 22 dicembre.
2. Petite Maman
Céline Sciamma aveva già diretto Ritratto della giovane in fiamme, che aveva ottenuto un grandissimo riscontro della critica nel 2019. Il suo ultimo film racconta la storia di una bambina e dell’amica che conosce nel bosco della casa di sua nonna appena morta. Con la quale vive «l’avventura più grande e misteriosa di tutte: l’amore».
3. Nope
Nel suo ultimo film, il regista e attore comico americano Jordan Peele – quello di Get Out e Us – ha costruito un’altra storia horror molto strana attraverso un’accozzaglia di generi e riferimenti cinematografici diversi. Secondo Dargis la cosa che gli è riuscita in particolare è «sedurre con strategie filmiche familiari allo scopo di una delicata riflessione sulle persone nere in un settore, in un paese, che ha trasformato le loro sofferenze in intrattenimento».
4. Gli orsi non esistono
Il regista iraniano Jafar Panahi, che per anni ha fatto film critici del regime teocratico venendo per questo anche arrestato, interpreta nel suo ultimo film una versione romanzata di se stesso, che va a girare in Turchia. «Panahi si solleva sopra confini immaginari ma anche spaventosamente veri», dice Dargis. È in questi giorni al cinema.
5. Kimi
Di Steven Soderbergh, tra i più prolifici e amati registi americani contemporanei, ha come protagonista Zoë Kravitz, che interpreta una impiegata che lavora da casa durante la pandemia e scopre per caso un crimine. «Tocca una lunga serie di temi collegati, inclusi l’isolamento e la tecnologia della sorveglianza come mezzo di oppressione. Ma è la maestria di Soderbergh che mi ha ancorata a questa meraviglia piena di brio». È uscito su HBO Max negli Stati Uniti, dovrebbe arrivare in Italia su Sky.
6. The Eternal Daughter
Tilda Swinton interpreta sia una madre sia sua figlia, entrambe alle prese con gli inquietanti segreti di famiglia che infestano una vecchia casa a cui sono legate. Lo ha diretto Joanna Hogg e ha avuto come direttore esecutivo Martin Scorsese. «Con previsione, umorismo delicato e qualche astuto imbroglio cinematografico, Hogg e la sua grande attrice trasformano qualcosa che sembra ordinario in qualcosa di molto straordinario». Non ha ancora una data di uscita italiana.
7. La scelta di Anne
Lo ha diretto la regista e scrittrice Audrey Diwan, e aveva vinto il Leone d’Oro a Venezia nel 2021. È l’adattamento del romanzo autobiografico del 2000 L’evento di Annie Ernaux, vincitrice del Nobel per la Letteratura quest’anno. La protagonista è una ragazza che rimane incinta nella Francia del 1963, dove l’aborto è illegale. In Italia era uscito nei cinema l’anno scorso.
8. La donna del mistero
Del grande regista coreano Park Chan-wook, autore della trilogia della vendetta (Mr. Vendetta, Old Boy e Lady Vendetta), è stato presentato in concorso a Cannes. Park ha vinto il premio per la migliore regia. Con evidenti citazioni di Vertigo di Alfred Hitchcock, racconta di un detective che si innamora della misteriosa donna vedova dell’uomo sulla cui morte deve indagare. Non ha ancora una data di uscita italiana.
9. Expedition Content
Un documentario diretto da Ernst Karel e Veronika Kusumaryati che è stata «la più strana esperienza di visione di un film» di Dargis per quest’anno. Per la maggior parte dei suoi 78 minuti consiste in uno schermo nero, interrotto solo da brevi inserti: ma la cosa a cui fare attenzione è la colonna sonora, registrazioni provenienti da una spedizione per un documentario degli anni Sessanta sul popolo Dani della Nuova Guinea. «Il risultato è un’inchiesta illuminante sull’antropologia – che cosa dice e per conto di chi – e sul cinema stesso».
10. All the Beauty and the Bloodshed
È il documentario della regista Laura Poitras sulla celebre fotografa Nan Goldin e sulle sue battaglie da attivista, in particolare quella contro la famiglia Sackler, proprietaria della casa farmaceutica Purdue e responsabile della crisi degli oppioidi negli Stati Uniti.
La lista di A.O. Scott
1. Nope
Del film di Jordan Peele Scott dice che rispetto ai suoi primi due film, Get Out e Us, «l’apparente assenza di una evidente allegoria o di un messaggio politico mi sembra un progresso invece che un’involuzione».
2. Neptune Frost
È un musical di fantascienza diretto da Saul Williams e Anisia Uzeyman e presentato a Cannes nel 2021. «Un capolavoro di estetica anarchica» secondo Scott, ambientato in una distopia in realtà abbastanza realistica, in cui le persone nere sono schiavizzate nelle miniere che alimentano lo stile di vita dell’Occidente. Addirittura, secondo Scott, «tra cento anni, se il pianeta sopravvive, sarà incluso tra i classici della nostra epoca infelice, insegnato a scuola e citato nei discorsi». Non è attualmente disponibile in streaming in Italia.
3. Mr. Bachmann e la sua classe
Della regista tedesca Maria Speth, secondo Scott è una rara analisi del lavoro degli insegnanti che non li rende né eroi né capri espiatori. Il protagonista è uno che sta per andare in pensione, e al centro del film – molto lungo, oltre 3 ore e mezza – c’è l’integrazione degli studenti stranieri. È uscito al cinema in Italia a ottobre.
4. Aftersun
La regista è la giovane scozzese Charlotte Wells, tra i protagonisti c’è Paul Mescal, quello della serie Normal People, tratta dal romanzo di Sally Rooney. È stato presentato a ottobre alla Festa del Cinema di Roma, ed è il ricordo di una donna adulta del viaggio in Turchia che fece a 11 anni con suo padre.
5. Gli orsi non esistono
«Affranto ma non davvero disperato, testimonia il potere del cinema come strumento di resistenza pur facendo i conti con i suoi – e i suoi personali – limiti» dice Scott del film dell’iraniano Jafar Panahi.
6. Tár
Di Todd Field, racconta la storia di una famosa direttrice d’orchestra, interpretata da Cate Blanchett, che finisce in disgrazia in seguito alla rivelazione dei suoi comportamenti problematici con alcuni studenti. «Naturalmente non c’è una persona come Lydia Tár, (…) ma grazie alla grande interpretazione di Cate Blanchett e alla regia spietata e precisa di Todd Field, c’è». Uscirà nei cinema italiani a febbraio.
7. Illusioni perdute
«Un tour senza sosta nello squallido e seducente mondo dei media moderni, in cui la reputazione e la lealtà possono essere comprate e vendute, il chiacchiericcio promozionale surclassa la verità e il mondo è fatto girare dal gossip». L’ha diretto il francese Xavier Giannoli, è tratto dal celebre romanzo dello scrittore Honoré de Balzac ed è ambientato nella Parigi di inizio Ottocento, ma secondo Scott è attuale comunque. È uscito nei cinema italiani lo scorso gennaio.
8. Flux Gourmet
Del regista inglese Peter Strickland, particolarmente fissato con i suoni e i loro aspetti più disturbanti, parla di cibo e dei suoi rumori, di un collettivo artistico e di progetti che non sono quello che sembrano. «Un trattato perverso e divertentissimo sulla natura dell’arte attraverso una storia fantastica di cibo, passione, flatulenze e cappelli buffi». Il protagonista è Asa Butterfield, noto per Black Mirror e Sex Education. Non c’è ancora una data di uscita italiana.
9. All the Beauty and the Bloodshed
«Come le foto di Goldin, ridisegna i confini tra vita e arte».
10. Un rapper in campagna
Diretto da Diego Ongaro, è la storia di un rapper – interpretato dal vero e famoso rapper Freddie Gibbs – che va a vivere nei boschi. «La sua inquietudine, resa bene dalla interpretazione delicata e spontanea di Gibbs, è specifica del suo contesto professionale e personale, ma cattura anche quello che molti di noi hanno vissuto negli ultimi anni. È facile sentire che dobbiamo ristabilire le regole della nostra vita, ma è molto difficile capire come farlo».