Cosa sappiamo dell’indagine sul Qatar e il Parlamento Europeo
Deputati e assistenti del gruppo dei Socialisti, anche italiani, sono stati fermati in Belgio con l’accusa di corruzione
Un’indagine della magistratura belga su un caso di presunta corruzione da parte del Qatar all’interno delle istituzioni europee ha coinvolto anche varie persone italiane, tra cui l’ex eurodeputato italiano di centrosinistra Antonio Panzeri e il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati Luca Visentini. Secondo Ansa si trovano attualmente in stato di fermo per essere interrogati. L’inchiesta, rivelata venerdì dal quotidiano belga Le Soir, riguarda anche una delle vice presidenti del Parlamento Europeo, Eva Kaili, che è stata per questo sospesa dal Pasok, il principale partito socialdemocratico greco. Secondo Politico, anche lei si trova in stato di fermo.
Non si conoscono ancora tutti i dettagli dell’indagine, che però potrebbe avere grandi conseguenze sulle istituzioni europee, e in particolare sui socialdemocratici, che sembrano per il momento maggiormente coinvolti. Secondo Le Soir l’indagine era stata aperta a metà luglio, ed è diventata pubblica proprio durante i contestati Mondiali di calcio organizzati in Qatar.
L’ipotesi è che la ricchissima monarchia della penisola arabica, al centro di estese accuse in questi mesi per lo scarso rispetto dei diritti civili e umani e per lo sfruttamento criminale degli operai durante la realizzazione delle infrastrutture per i Mondiali, abbia allestito una rete di corruzione che ha coinvolto specialmente assistenti e funzionari che lavorano per il gruppo dei Socialisti al Parlamento europeo. Lo scopo sarebbe stato quello di ottenere un trattamento di maggiore riguardo e compiacenza all’interno delle istituzioni europee.
«Per diversi mesi, gli investigatori hanno sospettato che un paese del Golfo abbia influenzato le decisioni economiche e politiche del Parlamento Europeo», coinvolgendo funzionari «con posizioni di rilievo dal punto di vista politico o strategico» e inviando loro «significative somme di denaro e regali importanti», dice un comunicato della procura riportato da Politico.
Non si conoscono i dettagli del presunto coinvolgimento di Panzeri e Visentini, che non sono particolarmente conosciuti fuori dai circoli di addetti ai lavori. Il primo faceva parte del Partito Democratico, e poi era passato ad Articolo 1, mentre il secondo ha fatto una lunga carriera da sindacalista, prima nella UIL e poi nella Confederazione europea dei sindacati, il principale organo di rappresentanza dei lavoratori in sede europea. Secondo Ansa e Repubblica però ci sono altre persone italiane che sono state fermate perché coinvolte nell’indagine: Francesco Giorgi, assistente parlamentare di Andrea Cozzolino, parlamentare europeo del PD e compagno di Kaili, e Niccolò Figà-Talamanca, che è a capo della ong No Peace Without Justice, legata ai Radicali. Sempre secondo Ansa sono state fermate a Bergamo anche la moglie e la figlia di Panzeri, di 67 e 38 anni.
Si tratta insomma di una grande operazione, che sta provocando grandi tumulti e le cui reali implicazioni non sono ancora del tutto chiare. Il giornalista italiano David Carretta ha segnalato che sono stati sequestrati diversi uffici al Parlamento Europeo, di assistenti e collaboratori di altri deputati socialisti.
I Socialisti Europei (PSE) erano stati criticati negli scorsi mesi per un atteggiamento considerato troppo indulgente nei confronti del Qatar e del rispetto dei diritti umani nel paese. Kaili per esempio aveva definito il Qatar «un esempio (frontrunner) nei diritti sul lavoro», lodandone le riforme in grado di «ispirare il mondo arabo». «Eppure, qui c’è chi vorrebbe che fosse discriminato. Lo emarginano e accusano chiunque ci dialoghi di corruzione» aveva detto Kaili parlando al Parlamento Europeo. Il PSE ha detto di essere «sconvolto dalle accuse di corruzione», assicurando collaborazione con le indagini.