Cosa vuole fare il governo con il buono da 500 euro per i diciottenni

Un emendamento alla legge di bilancio proposto dalla maggioranza prevede di eliminarlo per sostituirlo con altre misure

Una giovane donna osserva i libri di uno stand della fiera dell'editoria Più libri più liberi di Roma, il 9 dicembre 2022 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Una giovane donna osserva i libri di uno stand della fiera dell'editoria Più libri più liberi di Roma, il 9 dicembre 2022 (ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
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Uno dei più discussi tra i tremila emendamenti alla legge di bilancio presentati alla commissione Bilancio della Camera dei deputati è quello che riguarda 18App, il buono da 500 euro per i neo 18enni da spendere in consumi culturali come libri, spettacoli e visite ai musei introdotto nel 2016 dal governo di Matteo Renzi. L’emendamento in questione viene dai deputati della maggioranza e prevede di abolire il buono e di destinare i 230 milioni di euro stanziati per finanziarlo ogni anno ad altre iniziative di sostegno al settore dello spettacolo e della cultura.

L’emendamento è firmato dal presidente della Commissione cultura della Camera Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, da Rossano Sasso della Lega e da Rita Dalla Chiesa di Forza Italia.

Il buono 18App permette a ogni persona che compie 18 anni residente in Italia o con permesso di soggiorno, senza limiti di reddito familiare, di spendere 500 euro per film al cinema, concerti, biglietti di musei, mostre e altri eventi culturali, libri, corsi di lingua straniera, abbonamenti a giornali e altro nel giro di un anno.

Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa hanno detto che lo scopo dell’emendamento è «introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali», tra cui una forma di buono alternativa a quella esistente. Non è chiaro per il momento in cosa si distinguerà questa “carta cultura” di cui si sta discutendo nella maggioranza, ma i tre deputati hanno fatto sapere che il suo funzionamento sarà deciso «con le categorie produttive della cultura» che saranno convocate all’inizio di gennaio dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

Sembra che la principale critica a 18App da parte degli autori dell’emendamento che la riguarda sia che viene usata per l’acquisto libri di testo scolastici, che secondo Mollicone, Sasso e Dalla Chiesa dovrebbe essere sostenuto in modo diverso.

L’emendamento intanto propone di stanziare 100 milioni di euro per l’indennità di discontinuità dei lavoratori dello spettacolo in difficoltà economica (per il 2022 erano stati stanziati 40 milioni) e di finanziare in diverse misure vari settori del mondo culturale. Ad esempio, prevede un “Fondo per il libro” di 15 milioni di euro annui per il settore editoriale, un incremento del “Fondo cinema” di 10 milioni di euro e uno per il “Fondo unico per lo spettacolo” di 40 milioni di euro.

La proposta di emendamento che elimina 18App è stata criticata tra gli altri dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, che aveva promosso il buono quando era presidente del Consiglio. Renzi ha detto di essere pronto «all’ostruzionismo parlamentare» e ha diffuso una petizione per chiedere alla maggioranza di non eliminare 18App.

– Leggi anche: Cosa ci dice la legge di bilancio sul governo Meloni

Tag: 18app