L’Italia svilupperà una nuova serie di caccia militari con Giappone e Regno Unito
È un grosso progetto da miliardi di euro che dovrebbe realizzarsi entro il 2035, ma i dettagli non sono moltissimi
L’Italia ha annunciato che svilupperà una nuova serie di caccia militari con Giappone e Regno Unito: il progetto si chiamerà Global Combat Air Programme e avrà come obiettivo quello di realizzare aerei da caccia per gli eserciti dei tre paesi entro il 2035, anche se non è ancora chiaro quanti. Il costo del progetto non è stato diffuso ma si parla di svariati miliardi di euro. Le trattative erano in corso da qualche settimana, e sono state finalizzate soltanto nei giorni scorsi.
Per il Giappone sarà la prima volta che per un progetto del genere lavorerà con paesi occidentali che non sono gli Stati Uniti, cioè i suoi alleati storici. L’Italia e il Regno Unito cercavano invece da tempo un grosso partner dopo essere rimasti fuori da un progetto franco-spagnolo-tedesco per realizzare nuovi aerei da caccia. Tutti questi modelli saranno comunque realizzati in collaborazione con la NATO, l’alleanza militare che comprende la stragrande maggioranza dei paesi occidentali.
La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il primo ministro britannico Rishi Sunak e quello giapponese Fumio Kishida hanno diffuso un comunicato congiunto in cui spiegano di essersi «impegnati a sostenere l’ordine internazionale libero e aperto basato sulle regole, più importante che mai in un momento in cui questi principi vengono contestati e in cui crescono minacce ed aggressioni»: un velato riferimento all’invasione russa in Ucraina e alla crescente aggressività della politica estera della Cina.
BBC News scrive che i nuovi caccia avranno una tecnologia stealth – che cioè rende l’aereo difficile da rilevare con i radar – più sofisticata rispetto a quelli in uso oggi, ma disporranno anche di un sistema di intelligenza artificiale che aiuterà il pilota nella guida e che in certi casi potrebbe anche sostituirlo interamente.
Secondo informazioni raccolte dal Japan Times il Global Combat Air Programme fonderà rispettivamente due progetti giapponesi e britannici, l’F-X e il Tempest, che secondo gli esperti militari avevano tempistiche e aspetti tecnici molto simili. Saranno anche coinvolte diverse aziende private come la multinazionale IHI e la britannica Rolls-Royce, che si occuperanno soprattutto del motore dei nuovi caccia, mentre la controllata statale italiana Leonardo dovrebbe occuparsi dei sistemi radar.
Qualche settimana fa il Financial Times aveva scritto che l’accordo era stato rallentato dal cambio di governo in Italia, che comunque è considerato l’anello debole dell’accordo: mentre Giappone e Regno Unito dedicano parecchi soldi del proprio bilancio alla difesa e sono compresi nella classifica dei primi dieci paesi al mondo per spesa pubblica nel settore, l’Italia spende ogni anno poco più della metà di Giappone e Regno Unito (nel 2022 saranno circa 26 miliardi di euro).
In un recente articolo del think tank britannico Royal United Services Institute l’esperto di difesa Trevor Taylor aveva commentato le trattative fra Giappone, Regno Unito e Italia sostenendo che bisognasse «delineare un ruolo per l’Italia adeguato alle sue aspirazioni ma anche alle sue risorse».