La Russia ha liberato la cestista statunitense Brittney Griner
In uno scambio di prigionieri con il trafficante d'armi russo Viktor Bout, che era detenuto negli Stati Uniti da 10 anni
La giocatrice di basket statunitense Brittney Griner è stata liberata dal centro di detenzione in cui si trovava in Russia, in uno scambio di prigionieri con il trafficante d’armi russo Viktor Bout, che era detenuto negli Stati Uniti da 10 anni. L’operazione è stata annunciata in una breve conferenza stampa dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che ha detto che la sua amministrazione non ha mai smesso di spingere per il rilascio, avvenuto «dopo mesi di ingiusta detenzione in Russia». Biden ha anche fatto sapere che Griner è in viaggio verso gli Stati Uniti.
Biden: "After months of being unjustly detained in Russia… Brittney [Griner] will soon be back in the arms of her loved ones, and she should've been there all along" https://t.co/5CktZhz92s pic.twitter.com/Ten1564oJU
— Bloomberg (@business) December 8, 2022
Lo scambio di prigionieri è certamente costato più agli americani che ai russi, dal momento che sono stati costretti a liberare un ex tenente colonnello dell’esercito sovietico che era stato descritto come uno dei più prolifici trafficanti di armi al mondo degli ultimi decenni. Griner invece era stata arrestata per un reato piuttosto lieve, per quanto punito in Russia: durante una perquisizione di routine all’aeroporto di Mosca, erano state trovate nel suo bagaglio alcune cartucce per un vaporizzatore con olio di hashish (un derivato della cannabis): l’hashish in Russia è vietato, e Griner era stata condannata a 9 anni di carcere.
Durante le lunghe trattative con la Russia, inoltre, gli Stati Uniti avevano sperato di poter inserire nello scambio di prigionieri anche Paul Whelan, un ex marine del Michigan imprigionato in Russia nel 2018 con accuse di spionaggio, che il governo statunitense ha sempre dichiarato essere infondate: le negoziazioni per Whelan non sono evidentemente andate a buon fine, ma Biden ha assicurato che proseguiranno.
Griner ha 32 anni, è una delle cestiste più conosciute al mondo e ha vinto due volte la medaglia d’oro alle Olimpiadi. Era stata arrestata in Russia lo scorso febbraio all’aeroporto di Mosca con l’accusa di contrabbando di droga: stava tornando dalla Russia dopo che durante la pausa del campionato americano aveva giocato per un periodo con una squadra russa (è frequente per le giocatrici statunitensi spostarsi all’estero durante i mesi di riposo).
Con il suo arresto era diventata la cittadina americana più importante e famosa imprigionata all’estero, e su di lei c’erano grandi attenzioni da parte dell’opinione pubblica americana, in un momento di grande tensione tra Stati Uniti e Russia dovuta alla guerra in Ucraina. Griner era stata detenuta per mesi in un carcere poco fuori da Mosca e da novembre era stata trasferita in una colonia penale, un centro di detenzione russo particolarmente duro, dove i detenuti sono costretti a lavorare per lo stato.
Anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha annunciato con soddisfazione l’operazione in un comunicato, in cui faceva sapere che lo scambio era avvenuto all’aeroporto di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, e che Bout stava tornando a casa. La Russia aveva già proposto pubblicamente uno scambio di prigionieri per liberare Bout alcune settimane fa, attraverso il suo viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, che però non aveva nominato esplicitamente Griner.
Bout era stato arrestato in Thailandia nel 2008, dopo aver accettato di vendere armi ad agenti americani che si erano finti guerriglieri del gruppo terroristico colombiano delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia), durante un’operazione messa in piedi apposta per arrestarlo. Gli agenti avevano specificato che le armi sarebbero state usate contro cittadini americani. Nel 2010 Bout venne estradato negli Stati Uniti, e nonostante le numerose proteste della Russia fu processato in tre settimane a New York e condannato a 25 anni di carcere.
Al momento dell’arresto, nel 2008, Bout era molto famoso nel mondo: il film del 2005 Lord of War, con Nicolas Cage, fu ispirato alla sua vita. Tra le guerre che avrebbe armato, negli anni Novanta e nei primi Duemila, ci sono quelle in Angola, Liberia, Sierra Leone e Repubblica Democratica del Congo. Avrebbe fornito armi a Hezbollah in Libano e ai talebani in Afghanistan e si hanno sue tracce anche nella Libia di Muammar Gheddafi. Tra le altre cose, fu accusato di aver messo insieme una flotta di aerei che smerciava armi con la scusa di trasportare cibo e farmaci nelle zone di conflitto.