Al Jazeera ha denunciato Israele alla Corte penale internazionale per l’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh
Al Jazeera, uno dei più importanti network di informazione al mondo, con sede in Qatar, ha annunciato di aver presentato una denuncia contro Israele alla Corte penale internazionale – il tribunale per i crimini internazionali con sede all’Aia, nei Paesi Bassi – per l’uccisione della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh. La giornalista, che lavorava per Al Jazeera da 25 anni, era stata uccisa lo scorso maggio mentre stava seguendo un’operazione dell’esercito israeliano in un campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Era stata colpita alla testa da un proiettile che secondo un’indagine dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR), agenzia delle Nazioni Unite, era stato sparato da un soldato israeliano.
Le autorità israeliane hanno sempre negato di essere direttamente responsabili della morte di Abu Akleh, e hanno invece sostenuto che la sua uccisione fosse avvenuta accidentalmente nel corso di uno scambio di colpi d’arma da fuoco tra palestinesi e soldati israeliani. Solo a settembre l’esercito israeliano aveva ammesso la possibilità che Abu Akleh fosse stata uccisa da un proiettile sparato da un soldato israeliano, ma aveva comunque specificato che rimaneva la possibilità che il proiettile fosse stato sparato da un palestinese.
Al Jazeera sostiene che la tesi israeliana sia del tutto infondata, e nella denuncia presentata al tribunale dell’Aia ha allegato una serie di documenti che proverebbero come l’esercito israeliano avesse sparato deliberatamente contro Abu Akleh e contro altri giornalisti, nonostante indossassero pettorine con scritto “Press” (“Stampa”). «Le prove dimostrano che l’uccisione deliberata (di Abu Akleh, ndr) faceva parte di una più ampia campagna per prendere di mira e mettere a tacere Al Jazeera», si legge nel comunicato stampa con cui il network ha annunciato la denuncia.