Trent’anni fa fu mandato il primo SMS
Lo scrisse un ingegnere di Vodafone: conteneva degli auguri di buon Natale, ma non ricevette una risposta
Trent’anni fa oggi, il 3 dicembre 1992, fu mandato il primo SMS, acronimo di Short Message Service, cioè i brevi messaggi testuali che si possono scambiare fra dispositivi mobili grazie alla rete telefonica.
In gran parte del mondo oggi gli SMS sono stati soppiantati dalle app di messaggistica come WhatsApp, che offrono molte più funzioni di un semplice SMS. Per molti anni però sono stati uno dei più immediati e popolari modi per comunicare rapidamente. Ancora oggi comunque ne vengono inviati miliardi ogni anno – soprattutto negli Stati Uniti, dove WhatsApp non ha mai attecchito del tutto – sebbene in quantità molto inferiore rispetto al periodo fra gli anni Novanta e i primi Duemila.
Il primo SMS in assoluto fu mandato da un ingegnere canadese della divisione britannica di Vodafone, una delle principali compagnie telefoniche al mondo. Si chiamava Neil Papworth e stava sperimentando un servizio per mandare brevi messaggi testuali fra telefoni con tecnologia GSM (nei mesi precedenti c’erano state diverse prove tecniche sulla linea). Il telefono su cui stava lavorando era un Orbitel 901: pesava 2,1 chili. Il 3 dicembre 1992 Papworth scrisse al suo capo, Richard Jarvis, un breve messaggio di due parole, il primo in assoluto sul sistema a cui stava lavorando: Merry Christmas, “Buon Natale”. Jarvis non gli rispose.
«Non avevo idea di quanto gli SMS sarebbero diventati popolari, e che avrebbero aperto la strada alle emoji e alle app di messaggistica usate da milioni di persone», ha raccontato Papworth qualche anno fa. In una recente intervista a Euronews Papworth ha comunque sottolineato piuttosto orgogliosamente che nel suo primo SMS scrisse Christmas «per esteso», cioè senza usare l’abbreviazione Xmas che divenne diffusissima negli anni Duemila proprio per le limitazioni del servizio SMS, che permetteva di scambiarsi messaggi con un limite di 160 caratteri.
Gli SMS si diffusero soprattutto a partire dalla fine degli anni Novanta, quando la maggior parte dei telefoni cellulari in commercio permetteva di inviarli e riceverli. Passato il loro picco di popolarità oggi in Europa sono utilizzati soprattutto per i sistemi di autenticazione a più fattori, per esempio per accedere al sito della propria banca, e vengono guardati con una certa nostalgia da chi era adolescente nei primi anni Duemila. L’anno scorso una copia del primo SMS mandato da Papworth è stata venduta all’asta come NFT per 132mila euro. Vodafone aveva fatto sapere che il ricavato sarebbe stato dato in beneficenza.