Il nuovo “miglior film di tutti i tempi”
Per la prima volta nella storia dell'autorevole classifica del British Film Institute è di una regista, la belga Chantal Akerman, che ha superato Hitchcock e Welles
Ogni dieci anni dal 1952 la rivista cinematografica britannica Sight and Sound, pubblicata dall’illustre British Film Institute, organizza un sondaggio tra critici cinematografici di tutto il mondo per stabilire la lista dei migliori film di tutti i tempi. Per quarant’anni in cima alla classifica di Sight and Sound, considerata in generale molto autorevole, c’era stato Quarto Potere di Orson Welles, sorpassato nel 2012 da La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock. Nell’edizione di quest’anno invece il film più votato è probabilmente sconosciuto a molti: Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles. È il primo nella storia della classifica a essere stato girato da una regista, la belga Chantal Akerman, considerata una pioniera del cinema femminista.
Anche se è poco conosciuto tra i non appassionati, il film di Akerman, che è del 1975, è stato molto lodato ed è considerato un esempio di opera di avanguardia. Come altre novità della classifica, sembra riflettere un certo cambiamento dei tempi e una maggiore apertura del settore cinematografico.
Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles, solitamente abbreviato in Jeanne Dielman, dura quasi 3 ore e mezza e racconta la storia di una vedova belga interpretata da Delphine Seyrig. Ambientato nell’arco di tre giorni, descrive in maniera lenta, minuziosa e secondo qualcuno persino noiosa (con riprese fisse) la ripetitività della vita della protagonista, una casalinga che di tanto in tanto si prostituisce per mantenere se stessa e il figlio adolescente.
È il primo film diretto da una regista a essere stato incluso fra i primi dieci nella classifica di Sight and Sound (che ne ha in totale 100) e si è piazzato davanti a moltissimi capolavori, tra cui La donna che visse due volte (Vertigo, 1958), al secondo posto, e Quarto Potere (Citizen Kane, 1941), arrivato terzo. In quarta posizione c’è invece Viaggio a Tokyo (1953) di Yasujirō Ozu, mentre al quinto In the Mood for Love (2000) di Wong Kar-wai.
Per compilare la classifica, ogni dieci anni Sight and Sound chiede a esperti di cinema, critici cinematografici, archivisti e accademici di selezionare quelli che secondo loro sono i 10 film migliori di sempre: la classifica viene stabilita sulla base di tutte le preferenze espresse. Nella prima classifica del 1952 il vincitore fu Ladri di biciclette, film di Vittorio De Sica del 1948, e nei decenni successivi, fino a dieci anni fa, Quarto Potere. Jeanne Dielman era già presente nella classifica del 2012, al 35esimo posto, ma era uno dei due film diretti da una donna, con Beau Travail (1999) di Claire Denis al 78esimo.
Come ha osservato in un commento pubblicato sul sito del British Film Institute Laura Mulvey, professoressa di cinema alla Birkbeck University di Londra, che il film di Akerman sia stato il primo girato da una donna a entrare nella top ten potrebbe essere anche una conseguenza del fatto che la maggior parte dei critici fino a dieci anni fa erano maschi: Jeanne Dielman era entrato nella lista quando Sight and Sound aveva cominciato ad ampliare il numero dei critici coinvolti, cosa che è successa anche quest’anno.
Nel 2012 la lista era stata compilata con il voto di 846 persone, mentre in questa edizione quelle che hanno votato sono state 1639, quasi il doppio. In un’intervista data al New York Times, il direttore di Sight and Sound, Mike Williams, ha detto di credere che la lista «stia cominciando a riflettere più ampiamente il mondo del cinema, di quello che piace, della critica e delle conversazioni» attorno ai film. Williams ha aggiunto che probabilmente aver incluso molte nuove voci di persone esperte ha contribuito a valorizzare film e registi provenienti da ambiti ed esperienze diverse da quelli tradizionalmente considerati.
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Nella classifica di quest’anno i film diretti da donne sono 11, tra cui Beau Travail, al 7mo posto, Cleo dalle 5 alle 7 (1962) di Agnès Varda al 14esimo e Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma (2019) al 30esimo. Ci sono anche più film di registi neri (nella classifica del 2012 c’era solo Il viaggio della iena, 1973, di Djibril Diop Mambéty): tra questi ci sono Fa’ la cosa giusta (1989) di Spike Lee e Scappa – Get Out (2017) di Jordan Peele.
Per la prima volta nella classifica ci sono anche due film di animazione, entrambi del celebre regista giapponese Hayao Miyazaki: Il mio vicino Totoro (1988) e La città incantata (2001).
Nel suo articolo Mulvey ha definito la prima posizione di Jeanne Dielman «uno scossone improvviso» e «un trionfo per il cinema delle donne». Ha però notato che forse ciò che sorprende di più è il fatto che sia un film molto più vicino a un’estetica sperimentale e di avanguardia, che non allo stile di altri film di successo commerciale. Secondo Mulvey, il film inoltre racconta l’oppressione delle donne con gravità e angoscia e Akerman riesce a trasformare il cinema, «spesso a sua volta uno strumento dell’oppressione femminile, in una forza liberatrice».
La giornalista di Vox Alissa Wilkinson, che ha partecipato al voto, ha detto che nonostante sia «ripetitivo», «estremamente noioso» e non spieghi di cosa parla, Jeanne Dielman è «un esempio di film femminista seminale». Secondo Wilkinson, al risultato può aver contribuito anche il fatto che sia stato ripubblicato nel 2017 da Criterion Collection, un’azienda che si occupa di restaurare e rimasterizzare film meno recenti, cosa che lo avrebbe fatto conoscere a un pubblico più ampio.
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La classifica completa si può vedere qui.
1. Jeanne Dielman, 23, Quai du Commerce, 1080 Bruxelles (Chantal Akerman, 1975)
2. La donna che visse due volte (Alfred Hitchcock, 1958)
3. Quarto potere (Orson Welles, 1941)
4. Viaggio a Tokyo (Yasujirō Ozu, 1953)
5. In the Mood for Love (Wong Kar-wai, 2001)
6. 2001: Odissea nello spazio (Stanley Kubrick, 1968)
7. Beau Travail (Claire Denis, 1999)
8. Mulholland Drive (David Lynch, 2001)
9. L’uomo con la macchina da presa (Dziga Vertov, 1929)
10. Cantando sotto la pioggia (Stanley Donen e Gene Kelly, 1951)
11. Aurora (F.W. Murnau, 1927)
12. Il padrino (Francis Ford Coppola, 1972)
13. La regola del gioco (Jean Renoir, 1939)
14. Cleo dalle 5 alle 7 (Agnès Varda, 1962)
15. Sentieri selvaggi (John Ford, 1956)
16. Meshes of the Afternoon (Maya Deren e Alexander Hammid, 1943)
17. Close Up (Abbas Kiarostami, 1989)
18. Persona (Ingmar Bergman, 1966)
19. Apocalypse Now (Francis Ford Coppola, 1979)
20. I Sette Samurai (Kurosawa Akira, 1954)
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