L’omicidio di Yara Gambirasio e i 22 mila test del DNA
Per dare un nome e un volto a "Ignoto Uno" fu realizzata la più complessa investigazione scientifica mai effettuata
Il 26 novembre 2010, a Brembate di Sopra, a poco più di dieci chilometri da Bergamo, scomparve una ragazza di 13 anni: si chiamava Yara Gambirasio. Di lei non si seppe più nulla per tre mesi.
Il 26 febbraio 2011 il suo cadavere venne ritrovato in un campo di Chignolo d’Isola, a pochi chilometri dal luogo della scomparsa. Yara Gambirasio era stata colpita con un’arma da taglio, un taglierino, si dirà poi. Non era morta però per le ferite, ma di freddo, in quel campo, stordita e debilitata, incapace di muoversi.
Iniziò da quel giorno un’indagine scientifica che in Italia non aveva precedenti. Dopo tre anni e quasi 22 mila test del DNA si arrivò a individuare un sospettato.
Le due nuove puntate di Indagini raccontano come si arrivò a quel risultato, come da una traccia biologica si giunse al nome di un uomo morto più di 20 anni prima e come dal nome di quell’uomo si riuscì a individuare un suo figlio segreto, mai riconosciuto, che non aveva la minima idea di esserlo. Quello che, nelle indagini di quei mesi veniva definito Ignoto Uno, ebbe un nome e un volto.
Le due puntate sono disponibili da oggi sull’app del Post (scaricala qui) ma anche sulle principali piattaforme di podcast, come Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music e Google Podcasts. Indagini esce con una nuova storia il primo giorno di ogni mese: la prossima uscirà il primo gennaio.