Il parlamento australiano ha adottato una mozione di “censura” contro l’ex primo ministro Scott Morrison
Il parlamento australiano ha adottato una mozione di “censura” nei confronti dell’ex primo ministro Scott Morrison, che oggi è parlamentare, per essersi segretamente attribuito maggiori poteri mentre era alla guida del governo. La “censura” è una disapprovazione formale del parlamento nei confronti di un suo membro, ma non comporta limitazioni del suo ruolo istituzionale: è però un procedimento molto raro, e per questo considerato simbolicamente importante, che può avere conseguenze politiche sia per la considerazione di Morrison da parte dell’opinione pubblica, sia all’interno del suo partito. È la prima volta che un ex primo ministro australiano riceve una mozione di “censura”.
Lo scorso agosto era emerso che Morrison, nei due anni prima di perdere il potere alle elezioni di maggio del 2022, si era segretamente attribuito le deleghe per diventare ministro congiunto della Sanità, dell’Economia, del Tesoro, degli Affari interni e delle Risorse (che si occupa di industria e ambiente). Molti dei ministri in questione non avevano idea di condividere il proprio ruolo con il primo ministro, e Morrison era stato ampiamente criticato anche dai suoi alleati. Morrison si giustificò dicendo che le sue decisioni erano state rese necessarie dall’eccezionalità del periodo della pandemia.
Un’indagine scoprì poi che Morrison aveva agito legalmente nell’attribuirsi quelle deleghe, e che aveva usato i suoi poteri ulteriori solo una volta, per scavalcare un ministro in una questione che non era legata alla pandemia. Le sue azioni però sono state giudicate molto gravi per il discredito verso il governo che hanno causato nell’opinione pubblica: il nuovo governo ha promesso una legge che renderà pubblica ogni decisione di questo genere che dovesse essere presa in futuro.