I 55mila film di Salemi sono tornati a New York
La sterminata collezione di videocassette e DVD era rimasta per 14 anni chiusa negli scatoloni in un magazzino in Sicilia
All’inizio di aprile la catena americana di sale cinematografiche Alamo Drafthouse ha aperto una videoteca nell’area di Lower Manhattan, ormai una rarità dopo il successo delle piattaforme di streaming. I film si possono noleggiare gratuitamente, ma sono disponibili soltanto in VHS, le vecchie videocassette, e DVD, proprio come nelle videoteche di un tempo. Si può scegliere tra 15mila titoli tra film e documentari piuttosto rari, in alcuni casi nelle uniche copie sopravvissute: può sembrare un numero notevole, in realtà è solo una piccola parte di una collezione sterminata e per certi versi leggendaria arrivata a New York dall’Italia, per la precisione da Salemi, un comune con meno di 10mila abitanti in provincia di Trapani.
La collezione completa, composta da 55mila film, era rimasta per dodici anni in cinquecento scatoloni stipati in un magazzino di Salemi. Era arrivata in Sicilia nel 2009 grazie a una donazione di Kim Yong-man, cinefilo americano di origini coreane. Kim è il fondatore di Kim’s Video & Music, una videoteca aperta nel 1987 a St. Marks Place, nell’East Village, a New York. Già nei primi anni di apertura la videoteca diventò un luogo di culto dove appassionati di film si incontravano per scambiarsi opinioni e consigli. Lì lavorarono alcuni appassionati che poi sarebbero diventati registi e produttori come Alex Ross Perry e Todd Phillips, ma anche Albert Hammond Jr, chitarrista della band indie rock The Strokes.
La crisi del 2008, la diffusione di internet e della pirateria costrinsero Kim a chiudere la videoteca. Non sapendo cosa fare della collezione – il meglio del cinema indipendente americano e orientale – fece un appello sul web nella speranza di trovare un mecenate in grado di salvarla ponendo solo tre condizioni: tenerla intatta, aggiornarla e renderla accessibile.
All’appello risposero in trenta da molti paesi del mondo, ma Kim venne convinto dalla proposta di Franca Pauli e Dario Colombo della Fondazione Clio che avevano trovato la disponibilità dall’amministrazione comunale di Salemi, all’epoca guidata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e con il noto fotografo Oliviero Toscani nel ruolo di assessore alla Creatività. Nel febbraio del 2009 un container colmo di scatoloni arrivò dal porto di Palermo nel centro storico di Salemi, in piazza Libertà, e migliaia tra cassette e DVD vennero trasportate nella loro nuova sede.
L’arrivo della collezione di Kim venne accolto con molto entusiasmo e una certa aspettativa. Il progetto, finanziato tra gli altri dalla Regione Siciliana con un contributo di 867 mila euro, prevedeva la realizzazione del “Centro Kim”, una specie di museo. L’intenzione del comune, come aveva detto Sgarbi ai tempi, era renderla pubblica e digitalizzarla, ma il Centro Kim non fu mai aperto.
A complicare le cose ci furono le dimissioni di Sgarbi da sindaco. Nel 2012 il critico d’arte lasciò il comune dopo che gli ispettori del Viminale ne minacciarono lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose (scioglimento poi avvenuto alla fine di marzo dello stesso anno). Toscani si era dimesso già nel 2009 dopo aver discusso con Sgarbi.
Nel 2014 un articolo della Stampa rivelò che l’edificio in cui erano stati messi i film era chiuso e il cortile era stato utilizzato come “ricovero provvisorio” per cani randagi. Da allora si è mosso poco o nulla. Una parte dei film è stata digitalizzata grazie all’impegno di alcune associazioni, ma gli ambiziosi progetti iniziali non si sono mai concretizzati.
Le poche notizie sulla collezione di Kim contribuirono a creare una sorta di mito tra i collezionisti di video di New York. Nel 2017 il regista di documentari David Redmon partì per l’Italia per verificare le voci che raccontavano di furti, cassette sparse alla rinfusa, grande caos e soprattutto di pericolosa muffa che avrebbe compromesso la qualità dei nastri. «Vederli lì in quell’edificio abbandonato mi ha messo tristezza», ha detto Redmon, che successivamente contattò Kim per chiedere il permesso di riportare la collezione a New York.
Il fondatore di Kim’s Video & Music assicurò il suo sostegno a patto che Redmon trovasse un luogo adatto a ospitare la collezione e qualcuno per gestirla. Alamo Drafthouse, una catena di sale che spesso propone maratone di film e vecchi cult del cinema, era la soluzione ideale: le 550 scatole colme di cassette e DVD attraversarono l’Atlantico su una nave e tornarono a New York. Lì Nick Prueher, cofondatore del festival di cinema Found Footage Festival, incaricato di mettere in ordine la collezione, si accorse che molte delle custodie di VHS e DVD avevano ancora i dispositivi antitaccheggio. Erano così vecchi che trovare lo strumento per aprirli si rivelò un’impresa: dopo una lunga ricerca Prueher riuscì a trovare un’azienda di Los Angeles che li produceva ancora. Tra le altre cose, Prueher scoprì che la maggior parte delle videocassette e dei DVD non erano abbinati alle custodie. Servì il lavoro di cinque persone per mettere tutto al posto giusto.
I film sono stati rispediti negli Stati Uniti grazie a una convenzione firmata tra Kim e il comune di Salemi che prevede il «comodato d’uso gratuito al signor Kim per 10 anni, salvo rinnovo espresso per uguale periodo». Significa che i film potranno rimanere negli Stati Uniti al massimo per 20 anni, poi dovranno tornare in Sicilia.
L’accordo prevede che nella videoteca di New York siano messi a disposizione brochure e foto pubblicitarie di Salemi. «Potremo così dare vita a tante iniziative per valorizzare al meglio la collezione e per dare a Salemi una vetrina importante negli USA», ha detto il sindaco Domenico Venuti. Il 21 luglio il comune ha dato la cittadinanza onoraria a Kim pochi giorni prima della prima edizione del Cinekim, il nuovo festival cinematografico di Salemi. A 14 anni dal primo sbarco della collezione, il progetto del comune di realizzare un museo del cinema non è stato accantonato.