Il presidente della Guinea Equatoriale, che governa da 43 anni, ha rivinto le elezioni
Teodoro Obiang Nguema Mbasogo ha 80 anni ed è, nel mondo, il presidente al potere da più tempo
Teodoro Obiang Nguema Mbasogo è stato rieletto presidente della Guinea Equatoriale con il 95 per cento dei voti, per quello che sarà il suo sesto mandato consecutivo. Obiang, che ha ottant’anni, è, nel mondo, il presidente in carica da più tempo: governa ininterrottamente dal 1979, quando prese il potere attraverso un colpo di stato.
Da presidente, Obiang ha sventato diversi colpi di stato, l’ultimo dei quali nel 2017, e secondo Human Rights Watch la Guinea Equatoriale da lui governata in modo dittatoriale è un paese con alta «corruzione, povertà e repressione», oltre che malagestione dei fondi pubblici e violazioni sistematiche dei diritti umani.
Alcuni anni fa un programma radio lo definì un “dio” e disse che il presidente era in costante contatto con l’Onnipotente. Non è chiaro cosa Obiang pensi di questa definizione, ma nel paese vige un fortissimo culto della sua personalità. Tutti i discorsi pubblici, per esempio, devono terminare con una frase di auguri al presidente. Teodoro Nguema Obiang Mangue, suo figlio, dal 2012 è anche il suo vicepresidente.
I risultati delle elezioni sono arrivati sei giorni dopo il voto: l’affluenza dichiarata è stata vicina al 98 per cento. BBC ha scritto che in Guinea Equatoriale «l’opposizione è a malapena tollerata, la libertà di stampa è gravemente ostacolata e tutti i media principali sono controllati direttamente o indirettamente dal governo».
La Guinea Equatoriale è un piccolo paese dell’Africa centro-occidentale con un milione e mezzo di abitanti. Ottenne l’indipendenza dalla Spagna nel 1968 e nel 1979 Obiang prese il potere destituendo suo zio, Francisco Macias Nguema, che aveva governato fino a quel momento. Obiang è quindi il secondo presidente nella storia del paese, che nel 1996 scoprì di avere grandi giacimenti petroliferi nelle sue acque territoriali.
Come ha scritto AFP, in un articolo tradotto da Internazionale, in questi ultimi anni era sembrato che Obiang «si stesse preparando a cedere il potere a suo figlio, famoso per il suo tenore di vita lussuoso e già condannato in Francia per un caso di peculato». È probabile, però, che l’avvicendamento sia stato ritenuto «troppo precoce e provocatorio», in un momento in cui il paese dipende molto dagli aiuti esterni, dato che negli ultimi anni sono molto calati i profitti derivanti dalla vendita di idrocarburi.