La Corte suprema elettorale del Brasile ha rifiutato la richiesta di rivedere il risultato delle elezioni presidenziali avanzata da Jair Bolsonaro
Il capo della Corte suprema elettorale del Brasile ha rifiutato la richiesta dell’ex presidente Jair Bolsonaro e del suo partito di annullare una grossa parte dei voti espressi col sistema elettronico al ballottaggio presidenziale del 30 ottobre, in cui Bolsonaro aveva perso contro Lula. Bolsonaro sosteneva che un malfunzionamento nei software di gran parte delle macchine usate per il voto avesse reso invalidi i voti espressi, senza però spiegare in che modo li avesse condizionati e senza portare prove al riguardo: annullando i voti delle macchine in questione, Bolsonaro avrebbe vinto con il 51 per cento delle preferenze.
Il giudice a capo della Corte suprema elettorale, Alexandre de Moraes, ha emesso una sentenza per rifiutare la richiesta di annullamento dei voti di Bolsonaro in cui parla di «completa malafede della bizzarra e illecita richiesta del ricorrente», dimostrata dalla «assenza di prove di irregolarità e dall’esistenza di una narrazione dei fatti totalmente fraudolenta». Bolsonaro aveva inoltre contestato il solo risultato del ballottaggio, e non quello del primo turno, dove aveva ottenuto un buon risultato (e le macchine usate per votare erano le stesse del secondo turno): de Moraes gli aveva dato un giorno di tempo per presentare una richiesta di annullamento aggiornata ma Bolsonaro non lo ha fatto, circostanza che secondo de Moraes ha ulteriormente delegittimato la richiesta.
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