Alessandro Michele non sarà più direttore creativo di Gucci
Lavorava nell'azienda di moda dal 2002 ed era diventato direttore creativo nel 2015, stravolgendone l’estetica con grande successo
L’azienda di moda Gucci, controllata dal gruppo francese Kering, ha annunciato che Alessandro Michele lascerà il suo ruolo di direttore creativo, che ricopriva dal 2015.
Michele, che compirà 50 anni il 25 novembre, arrivò a Gucci nel 2002, da disegnatore di accessori, e diventò in fretta uno stretto collaboratore della stilista Frida Giannini. Passò poi a disegnare le collezioni donna, stravolgendo l’estetica di Gucci e lanciando uno stile inconfondibile e molto imitato, che è diventato dominante nel mondo della moda: un accostamento di stili di epoche e gusti lontanissimi, coloratissimo, eccessivo, che si ferma sempre un filo prima dell’accozzaglia e del kitsch.
A inizio 2015 Michele fu nominato direttore creativo di Gucci, lavorando per anni insieme all’amministratore delegato Marco Bizzarri, anche lui in carica dal 2015. Sotto la gestione amministrativa di Bizzarri e quella creativa di Michele, Gucci è diventata l’azienda più profittevole del gruppo Kering, che controlla anche aziende come Saint Laurent e Balenciaga, e quella che per anni è stata considerata da molti l’azienda di maggiore successo e influenza nella moda contemporanea.
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Da diversi mesi, però, Gucci sta avendo risultati in calo, spesso molto più di altre aziende concorrenti: cosa che aveva portato molti esperti a parlare della necessità di un cambio creativo.
In un comunicato stampa pubblicato da Kering, Michele ha detto: «Ci sono momenti in cui le strade si separano in ragione delle differenti prospettive che ciascuno di noi può avere. Oggi per me finisce uno straordinario viaggio, durato più di venti anni, dentro un’azienda a cui ho dedicato instancabilmente tutto il mio amore e la mia passione creativa». Sempre nel comunicato è scritto che «il team creativo di Gucci porterà avanti la direzione creativa della Maison fino all’annuncio di una nuova organizzazione».
L’autorevole sito di moda Business of Fashion (BoF) ha scritto che il fatto che Michele lasci Gucci rappresenta «la fine di un’epoca per la più grande azienda italiana di moda». Come ha scritto BoF, dal 2015 al 2019 (gli anni di maggior successo del nuovo approccio proposto da Michele), i ricavi di Gucci sono quasi triplicati e i profitti quadruplicati, in un periodo di rapida espansione «senza precedenti nel settore moderno del lusso».