Il governo ha affidato la gestione dei comuni di Cosoleto, Anzio e Nettuno a una commissione straordinaria, per infiltrazioni della criminalità organizzata
Lunedì sera il Consiglio dei ministri ha stabilito lo scioglimento dei consigli comunali di Cosoleto, in provincia di Reggio Calabria, e Anzio, in provincia di Roma, per infiltrazioni della criminalità organizzata. La gestione dei due comuni sarà affidata a commissioni straordinarie per un anno e mezzo. Lo stesso è stato deciso anche per il comune di Nettuno, in provincia di Roma, sempre per infiltrazioni mafiose: il consiglio comunale di Nettuno però era già stato sciolto lo scorso 30 giugno e affidato a un commissario, dopo che lo stesso organo non era riuscito a mettersi d’accordo per approvare il bilancio del 2021, facendo cadere la maggioranza che sosteneva il sindaco.
Lo scorso febbraio un’inchiesta dell’antimafia tra Anzio e Nettuno aveva portato all’arresto di 65 persone, scoprendo contatti tra presunti esponenti della criminalità organizzata e politici dei due comuni. Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno e all’epoca prefetto di Roma, aveva inviato una commissione sul posto per valutare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, ma a Nettuno era stato necessario imporre lo scioglimento in anticipo per ragioni che di fatto erano politiche (anche se pesantemente condizionate dal resto del contesto).
Lo scioglimento di un consiglio comunale viene proposto dal ministro dell’Interno, in questo caso Piantedosi, e disposto dal presidente della Repubblica dopo la delibera del Consiglio dei ministri. Le commissioni straordinarie sono composte generalmente da tre membri scelti tra funzionari dello stato, in attività o in pensione, e magistrati in pensione. L’attività della commissione può durare dai 12 ai 18 mesi ed essere eventualmente prorogata fino a un massimo di 24 mesi: al termine di quel periodo si svolgono regolari elezioni.