Il Mose sta evitando l’acqua alta a Venezia
Le condizioni meteorologiche sono simili a quelle del disastroso allagamento del 2019, ma stavolta ci sono le dighe di protezione
Se non fosse stato per il Mose, il sistema di dighe mobili tra la laguna veneta e il mare Adriatico costruito per salvaguardare Venezia dalle alte maree, oggi in città ci sarebbero stati probabilmente grossi allagamenti a causa del maltempo che sta colpendo il Nord Italia. Tutte e quattro le barriere del Mose sono state alzate lunedì pomeriggio e poi di nuovo alle 2 di martedì, e sono state efficaci: non ci sono zone allagate a Venezia, per quanto la pioggia stia causando qualche disagio.
Grazie ai tecnici e a tutti coloro che lavorano per garantirne il funzionamento. pic.twitter.com/uY4Au89nm3
— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) November 22, 2022
Secondo il Centro previsioni e segnalazioni maree del Comune di Venezia, il livello del mare più alto è stato raggiunto alle 9:40: un picco di 170 centimetri rispetto al valore medio. In città si parla di “acqua alta” quando vengono superati gli 80. Il fenomeno è dovuto all’alta marea, che a sua volta è provocata principalmente da fattori astronomici, cioè dall’attrazione della Luna e del Sole sulle masse d’acqua del mare, e da fattori meteorologici, cioè forti piogge e vento, attualmente presenti.
Le previsioni meteorologiche per la giornata sono simili a quelle che erano state fatte prima del 12 novembre 2019, quando furono raggiunti 187 centimetri oltre il livello medio del mare e avvenne il più disastroso allagamento di Venezia nei tempi recenti. Per questo lunedì gli abitanti della città hanno preso tutte le precauzioni possibili contro gli allagamenti di case e negozi al piano terra, per fortuna rivelatesi non necessarie. È previsto che saranno raggiunti livelli di 140 e 145 centimetri rispetto a quello medio anche domani e giovedì. Sulla base delle previsioni è già stato deciso che il Mose rimarrà attivo per tutta la giornata di oggi e poi sarà riattivato nelle prime ore di mercoledì.
Nel 2019 il Mose ancora non funzionava, mentre ora sì: le dighe hanno permesso di ottenere un dislivello di 100 centimetri tra il mare e la laguna. Alle 8:15 alla diga alla bocca di porto del Lido – una delle tre che isolano la laguna, la più grande – la marea ha raggiunto i 165 centimetri sul livello medio del mare, e nello stesso momento a Punta della Dogana, in città, sono stato registrati solo 65 centimetri.
In generale le barriere del Mose permettono di mantenere il livello del mare a Venezia entro i 90 centimetri sopra il livello medio: usate per la prima volta nell’ottobre del 2020, vengono attivate quando secondo le previsioni la marea dovrebbe superare i 110 centimetri.
Negli ultimi decenni le alte maree che superano il livello di 110 centimetri sono diventate più frequenti: tra il 1870 e il 1949 furono registrate 30 occorrenze di alta marea superiore ai 110 centimetri, mentre solo tra il 2010 e il 2019 ce ne sono state 95. Oltre ai fattori astronomici e meteorologici, influenzano il fenomeno dell’acqua alta anche l’abbassamento del livello del suolo, che nella zona di Venezia è sceso di circa 12 centimetri tra il 1950 e il 1970 a causa soprattutto dello svuotamento della falda acquifera, e l’innalzamento del livello del mare causato dal cambiamento climatico. Entrambi questi fattori sono dovuti alle attività umane.
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Nel 2020 e nel 2021 gli effetti delle alte maree sono stati contrastati dal Mose, mentre nel corso del 2022 le condizioni meteorologiche peraltro responsabili della siccità non avevano causato acque alte finora.
Da pochi giorni la Basilica di San Marco, che si trova nel punto più basso di Venezia e si allaga quando la marea è superiore agli 80 centimetri, è protetta oltre che dal Mose anche da barriere molto meno grosse e sofisticate. Sono fatte di vetro e sono state da poco installate come soluzione per salvaguardare in caso di allagamenti i pavimenti della chiesa, molto danneggiati nel 2019.