Come è dilagato il falso allarme sui missili contro la Polonia
Il Washington Post spiega come anche gli standard rigorosi del giornalismo americano abbiano fallito e spaventato il mondo, martedì scorso
di Elahe Izadi e Paul Farhi - The Washington Post
Questo articolo del Washington Post fa riferimento a consuetudini e rigori giornalistici propri delle testate americane più autorevoli che sono molto più inusuali in altri paesi e per esempio in Italia, ma che proprio per questo sono utili da conoscere – compresi i tentativi di comprenderne gli eventuali errori – anche ai lettori italiani (nota del Post).
Martedì scorso l’agenzia giornalistica Associated Press ha diffuso una notizia terrificante in tutto il mondo. «Secondo un funzionario di alto grado dell’intelligence statunitense dei missili russi hanno attraversato il confine della Polonia, paese membro della NATO, uccidendo due persone», diceva il testo scritto poco prima delle 20 (ora italiana, ndt). AP aggiungeva che il governo polacco non aveva confermato l’informazione ma che «i maggiori leader erano in una riunione di emergenza per affrontare una “situazione di crisi”».
Lo sviluppo apparentemente drammatico di un attacco missilistico russo contro un paese membro dell’alleanza militare sostenuta dagli Stati Uniti è stato inviato a migliaia di testate giornalistiche. Alcune, come Reuters, lo hanno ripreso, citando il “lancio” di AP. Ci sono state sovraimpressioni televisive che annunciavano che “missili russi” avevano colpito la Polonia. Influencer sui social media hanno iniziato a discutere se i paesi membri della NATO avrebbero dovuto invocare gli accordi di reciproca difesa e avviare ritorsioni contro la Russia, con una potenziale escalation dell’invasione dell’Ucraina verso una guerra mondiale.
Ma la notizia originale di AP è stata rimossa il giorno dopo e rimpiazzata con una correzione. La fonte anonima si era sbagliata e «le notizie successive avevano mostrato che i missili erano di fabbricazione russa e più probabilmente lanciati dall’Ucraina per difendersi da un attacco russo», dice la correzione.
In quel momento il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg aveva già riferito la stessa cosa ai giornalisti. L’esplosione a Przewodów in Polonia è stata probabilmente causata da un missile della contraerea ucraina uscito dalla rotta durante una reazione a un attacco russo.
Le testate giornalistiche possono fare errori, e li fanno: il refuso in un nome, uno scambio di persona, a volte persino un articolo ritirato. Ma capita di rado che una notizia sbagliata crei un panico mondiale. E non è stata solo AP: la sua notizia iniziale è stata seguita da ore di eccitazione e allarme su tutti i mezzi di comunicazione.
Pochi minuti dopo il lancio di agenzia di AP, un programma della rete Fox News ha citato «un importante funzionario degli Stati Uniti» e «informazioni sul posto» per cui «un missile russo, partito da fuori dei confini ucraini» aveva colpito la Polonia. Un aggiornamento sul sito di CNN riferiva che la Polonia «conferma che un missile di fabbricazione russa» fosse responsabile dell’esplosione senza avvisare che anche l’Ucraina usa armi fabbricate in Russia. «Bombe russe uccidono due persone in Polonia» era il titolo del Daily Mail.
Anche quando i giornalisti sono stati più cauti, e molti lo sono stati nelle ore incerte dopo l’incidente, le sfumature si sono perse nei passaggi. Al telegiornale di CBS il giornalista Chris Livesay ha sottolineato che i missili potessero essere sia russi che ucraini. Ma il tweet di CBS che riferiva il suo racconto diceva «ATTACCO MISSILISTICO RUSSO: Due missili russi hanno attraversato il confine ucraino e raggiunto la Polonia, uccidendo due civili».
La portavoce di AP Lauren Easton ha annunciato mercoledì che l’agenzia stava «indagando su cosa fosse successo esattamente» con il suo lancio iniziale. Molte testate internazionali, Washington Post compreso, riproducono abitualmente le notizie di AP. Easton ha detto che AP aveva aggiornato molte volte il suo articolo man mano che arrivavano nuove informazioni. Una comunicazione mandata alle redazioni poco dopo le sei del mattino (ora italiana, ndt) di mercoledì avvisava che una nuova valutazione ricevuta da tre responsabili ufficiali americani «contraddice le informazioni» nell’articolo originale, che è stato infine cancellato e rimpiazzato da una correzione nel pomeriggio.
In un certo senso la confusione ha creato un momento da “nebbia di guerra” per i mezzi di informazione, nel quale le notizie diffuse su un campo di battaglia molto esteso mancano di chiarezza. Le informazioni iniziali possono rivelarsi inesatte o ingannevoli.
Nei primi tempi dell’invasione russa dell’Ucraina molte testate giornalistiche avevano riferito una triste ma emozionante storia attribuita a fonti ufficiali ucraine: una squadra di soldati assegnati alla difesa dell’Isola dei serpenti si era rifiutata di arrendersi a una nave russa, tenendo la posizione fino a che tutti i soldati non erano stati uccisi. La storia era diventata un inno di battaglia virale per i sostenitori dell’Ucraina, ma era poi emerso che diversi soldati erano stati catturati ed erano vivi.
I giornalisti cercano di orientarsi nel caos di notizie affidandosi a fonti affidabili e competenti, come apparentemente ha fatto AP martedì scorso citando un responsabile dell’intelligence statunitense, per quanto anonimo.
Le redazioni di solito usano fonti anonime solo quando non hanno alternative, preoccupate che i lettori ne diffidino, a volte a ragione. Le regole di AP stabiliscono che le fonti anonime possano essere usate solo se l’informazione è vitale, non la si può ottenere se non a condizione di anonimato, e la fonte è affidabile e «in un ruolo che le offre conoscenza diretta dell’informazione» stessa. Un responsabile della redazione deve poi avallare la decisione ed essere messo a conoscenza dell’identità della fonte.
Le notizie allarmanti arrivate martedì dalla Polonia avevano un contesto realistico: era il giorno in cui le forze militari russe avevano lanciato decine di missili contro le infrastrutture energetiche civili ucraine. Ma molte altre testate di news si sono trattenute dal fare ipotesi sulla fonte del missile che ha raggiunto il territorio polacco e, in questo caso, la prudenza si è rivelata la scelta migliore. Nel giro di poche ore, autorevoli responsabili statunitensi ed europei hanno ridimensionato le paure che si trattasse di un attacco russo deliberato.
Dopo aver convocato una riunione d’emergenza con i leader della NATO e altri, mercoledì notte, il presidente Biden ha detto ai giornalisti che sembrava “improbabile” potesse essere avvenuto un attacco russo contro la Polonia. Stoltenberg lo ha escluso diverse ore dopo, pur non assolvendo la Russia dalla responsabilità: «L’incidente è comunque il risultato della brutale guerra russa contro l’Ucraina».
© 2022, The Washington Post
Subscribe to The Washington Post