Elon Musk sta ripristinando alcuni account di Twitter che erano stati sospesi
E ha pubblicato un sondaggio in cui chiede agli utenti se fare lo stesso anche con quello di Donald Trump
Venerdì pomeriggio il nuovo capo di Twitter, l’imprenditore miliardario Elon Musk, ha pubblicato un sondaggio sul suo social network in cui chiede agli utenti se secondo loro l’account dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump vada ripristinato. L’account di Trump era stato sospeso «in maniera permanente» da Twitter a gennaio del 2021, pochi giorni dopo l’attacco al Congresso compiuto dai suoi sostenitori. Allora, quando Twitter non era ancora di proprietà di Musk, l’azienda aveva spiegato che Trump aveva violato per più volte le regole imposte dalla piattaforma, che impediscono di incoraggiare la violenza.
Il sondaggio ha ricevuto più di 10 milioni di voti e per il momento circa il 53 per cento risulta a favore. Poche ore prima di pubblicare il sondaggio, Musk aveva annunciato di aver ripristinato tre account di Twitter che erano stati sospesi.
Musk, che ha acquisito Twitter il mese scorso per 44 miliardi di dollari, si esprime da tempo con insofferenza rispetto a come venivano gestite le cose all’interno della società prima del suo arrivo e si è più volte detto contrario a ogni limitazione della libertà di parola. Per questo, molti avevano ipotizzato che uno dei primi interventi dopo il suo arrivo sarebbe stato quello di riabilitare gli account sospesi.
Vox Populi, Vox Dei
— Elon Musk (@elonmusk) November 19, 2022
Venerdì Musk ha riammesso l’autore Jordan Peterson, che era stato bloccato a luglio per una serie di tweet considerati transfobici nei confronti dell’attore Elliot Page, e la comica Kathy Griffin, il cui account era stato sospeso pochi giorni fa dopo che aveva cambiato il nome e si era spacciata per Elon Musk. Musk ha ripristinato anche l’account del sito di satira The Babylon Bee, che era stato a sua volta sospeso per un tweet transfobico nei confronti di Rachel Levine, assistente segretaria per la Salute degli Stati Uniti.
Nei tweet in cui spiegava di aver ripristinato questi profili, Musk ha specificato che «la nuova policy di Twitter è la libertà di parola, ma non la libertà di essere letti», e che quindi tutti i tweet violenti saranno nascosti dalla piattaforma e non saranno visibili agli utenti a meno che non vadano a cercarli volontariamente. Prima di pubblicare il sondaggio aveva aggiunto che «la decisione su Trump non è ancora stata presa».
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Negli ultimi giorni la situazione all’interno dell’azienda di Musk viene descritta come caotica e fuori controllo sia da molti suoi dipendenti che dai commentatori. Giovedì centinaia di dipendenti hanno deciso di lasciare Twitter dopo avere ricevuto una sorta di ultimatum tramite email da Musk. Le dimissioni degli ultimi giorni si aggiungono al licenziamento di circa metà dei 7.500 dipendenti deciso precedentemente da Musk e alle centinaia di persone che avevano già deciso di lasciare l’azienda prima dell’ultimatum.
Questo si lega al fatto che Musk ha annunciato diverse modifiche al funzionamento di Twitter, a cominciare da un nuovo sistema di verifica a pagamento degli account che si è sovrapposto a quello utilizzato in precedenza, causando una certa confusione tra gli utenti. La società ha inoltre perso alcuni dei propri principali dirigenti, soprattutto in settori fondamentali come quelli della pubblicità e della privacy: ha poi un forte indebitamento che per ammissione dello stesso Musk potrebbe portare al fallimento.