Elizabeth Holmes è stata condannata a 11 anni e tre mesi di carcere
Era stata giudicata colpevole di truffa per il fallimento di Theranos, la startup biomedica definita «la truffa più grande di sempre»
Venerdì, al termine di un’udienza durata circa quattro ore, un tribunale federale californiano ha condannato a 11 anni e tre mesi di carcere l’imprenditrice statunitense Elizabeth Holmes, giudicata colpevole di truffa lo scorso gennaio nell’ambito di un processo riguardante Theranos, la startup biomedica di cui è stata fondatrice e CEO. Holmes era accusata di aver mentito e ingannato per anni investitori e clienti di Theranos, promettendo loro una rivoluzionaria tecnologia per le analisi del sangue che non fu mai sviluppata perché i prodotti dell’azienda non funzionavano.
Il processo di Holmes, seguitissimo negli Stati Uniti, era iniziato a settembre del 2021 e per oggi era attesa la decisione del tribunale sulla pena.
Holmes, che ha 38 anni ed è incinta del secondo figlio, rischiava fino a 20 anni di carcere: la pena stabilita dal giudice è inferiore rispetto a quanto proposto dall’accusa, che aveva chiesto 15 anni, ma molto superiore rispetto a quanto proposto dagli avvocati di Holmes, che avevano chiesto una pena non superiore ai 18 mesi, da svolgere in detenzione domiciliare. Il giudice, Edward Davila, ha detto che Holmes dovrà presentarsi in carcere il prossimo 27 aprile, e che agli 11 anni e tre mesi di detenzione seguiranno tre anni di libertà vigilata.
Il giudice ha detto anche che la cifra del risarcimento dovuto da Holmes agli investitori verrà stabilita in un’udienza separata: l’accusa aveva proposto circa 800 milioni di dollari, ma durante l’udienza di oggi il giudice ha detto di aver stimato una perdita per gli investitori di circa 121 milioni di dollari.
Holmes ha 14 giorni per fare appello: ci si aspetta che lo faccia, anche se i suoi avvocati non hanno per il momento commentato la condanna.
La storia di Theranos è una delle più significative dell’industria tecnologica degli Stati Uniti, nell’ambito della quale è stata definita la «truffa più grande di sempre». È stata il soggetto di libri, podcast, documentari e ha avuto effetti enormi su tutta l’industria tecnologica.
Fondata nel 2003, Theranos era diventata nel giro di pochi anni una delle startup più promettenti della Silicon Valley. Holmes raccolse in pochi anni varie centinaia di milioni di dollari di investimenti con la promessa che avrebbe inventato una macchina capace di eseguire più di 240 diverse analisi del sangue prelevando dai pazienti appena una goccia di sangue, anziché varie provette come sarebbe normale. Holmes stessa divenne famosa e fu elogiata come il simbolo di una nuova generazione di imprenditori geniali, in un momento in cui tutti cercavano il nuovo Steve Jobs.
Il fallimento di Theranos avvenne in pochissimi mesi: cominciò nell’ottobre del 2015, con l’uscita sul Wall Street Journal di un articolo a firma del giornalista John Carreyrou. Nell’articolo, Carreyrou scriveva, usando le testimonianze di alcuni dipendenti della startup, che la macchina innovativa per fare analisi a partire da una singola goccia di sangue – chiamata Edison, dal nome dell’inventore americano Thomas Edison – semplicemente non funzionava.
Il lavoro di Carreyrou fu poi integrato da altri giornalisti d’inchiesta: si scoprì non soltanto che Edison non funzionava, ma che in alcuni casi i risultati delle analisi erano sbagliati al punto da risultare pericolosi per i pazienti.
Holmes e la dirigenza di Theranos cercarono inizialmente di smentire le accuse, ma ben presto divenne impossibile continuare a farlo: Theranos passò da una valutazione di circa 9 miliardi di dollari a zero nel giro di appena un anno, per poi fallire definitivamente nel 2018.
Il processo di Holmes era osservato con grande attenzione soprattutto da chi negli Stati Uniti si occupa delle aziende di tecnologia e da tempo segnala come molte di queste ricevano investimenti e quotazioni miliardarie sulla base di semplici promesse e nonostante la mancanza di prodotti concreti da offrire ai loro clienti. Chi aveva preso le parti di Holmes aveva sostenuto che fosse stata ingiustamente colpevolizzata e che il fallimento sia un evento comune a molti giovani imprenditori.
Lo scorso gennaio Holmes era stata giudicata colpevole per quattro capi d’accusa relativi alla truffa, compreso quello più importante, cioè di avere mentito agli investitori di Theranos. Era stata invece giudicata innocente per altri quattro capi d’accusa che riguardavano i suoi rapporti con i pazienti delle sperimentazioni.
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