Malta vuole cambiare la legge che vieta del tutto l’aborto
Il parlamento discuterà se rendere possibile abortire in caso di gravi rischi per la vita o la salute della donna
Il ministro della Salute di Malta Chris Fearne ha fatto sapere che la settimana prossima saranno presentati in parlamento alcuni emendamenti che hanno l’obiettivo di allentare la legge che regola l’interruzione di gravidanza nel paese. Malta infatti è l’unico stato dell’Unione Europea dove l’aborto è ancora completamente illegale e non è permesso nemmeno nei casi di stupro, incesto o pericolo per la vita della donna in gravidanza: i nuovi emendamenti, che sono stati proposti in seguito a un recente caso di cronaca molto discusso, consentirebbero invece di abortire in caso di grave rischio per la vita o la salute della donna.
Sulla base di una legge che risale a tre secoli fa, attualmente le donne che si sottopongono a un aborto rischiano fino a tre anni di carcere e i medici che lo procurano fino a quattro anni di prigione, oltre al divieto di praticare la professione. Il ministro della Giustizia maltese Jonathan Attard ha spiegato che gli emendamenti dovrebbero fare in modo che le donne in gravidanza abbiano accesso alle cure mediche necessarie in caso di grave rischio per la loro salute e al tempo stesso possano essere tutelate dalla legge, così come i medici che praticano un aborto per quel motivo. Attard, citato dal Times of Malta, ha notato che le violazioni non sono quasi mai state punite, ma ha detto che il fatto che questa possibilità esistesse «doveva essere affrontato».
Nelle altre circostanze, come in caso di stupro, incesto e gravi malformazioni del feto, abortire continuerebbe comunque a essere illegale.
La proposta del governo maltese deriva dal discusso caso di Andrea Prudente, una turista di Seattle che lo scorso giugno stava rischiando di morire proprio a Malta a causa di alcune complicanze legate alla sua gravidanza e al successivo rifiuto dei medici maltesi di praticarle un aborto. Alla fine, dopo varie polemiche, Prudente fu portata in Spagna, dove riuscì ad abortire. La sua vicenda provocò alcune manifestazioni in favore del diritto all’aborto e portò un gruppo di 135 medici maltesi a presentare una richiesta formale per chiedere al governo una revisione del divieto totale dell’interruzione di gravidanza. A settembre la stessa Prudente ha fatto causa al governo maltese, chiedendo che il divieto totale di aborto venga riconosciuto come una violazione dei diritti umani.
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