Il dibattito sugli assorbenti sui treni in Cina
È nato dopo che una passeggera si era lamentata di non averli trovati in vendita, e ha evidenziato come le mestruazioni siano ancora un tabù
In seguito alla segnalazione di una donna che si era lamentata del fatto che l’azienda pubblica che gestisce il trasporto ferroviario in Cina non venda assorbenti a bordo dei suoi treni, è nato un dibattito che ha mostrato come nel paese molte persone considerino le mestruazioni ancora un tabù. Molti dei commenti emersi in merito alla vicenda infatti ritengono che non sia opportuno vendere prodotti per l’igiene mestruale sui treni, assieme a snack e vari altri prodotti. Altre persone invece hanno sostenuto che non averli a disposizione sia una forma di discriminazione, ma anche un esempio di come in Cina spesso non ci sia attenzione per le esigenze e per i diritti delle donne.
Il caso era emerso lo scorso 16 settembre, quando una passeggera che stava viaggiando su un treno ad alta velocità della China Railway su una tratta non meglio precisata aveva condiviso un post sul social network Weibo per lamentarsi di non aver trovato in vendita a bordo gli assorbenti: un prodotto di cui aveva bisogno urgente perché le era arrivato in anticipo il ciclo. Nel post aveva scritto di aver voluto segnalare la questione affinché altre donne non si trovassero più «in una situazione di tale imbarazzo», sperando che il problema «potesse essere affrontato».
Di per sé non è scontato che su un treno siano venduti assorbenti, ma la discussione che è seguita alla segnalazione non ha riguardato tanto la mancanza in sé, quanto la percezione del problema nella società cinese. Nel giro di pochi giorni l’argomento era diventato virale sui social network, ottenendo più di 850 milioni di visualizzazioni e generando oltre 200mila commenti. Da un lato, alcuni utenti si erano detti sorpresi del fatto che gli assorbenti non fossero in vendita assieme per esempio a snack e souvenir, e accusavano la compagnia ferroviaria di ignorare le esigenze delle donne. Dall’altro, molti altri avevano sostenuto che non fosse opportuno venderli a bordo dei treni perché secondo loro sarebbero prodotti che sporcano, che non dovrebbero essere offerti assieme al cibo e di cui avrebbe bisogno solo una piccola parte delle persone che viaggiano sui treni.
China Railway aveva risposto alle polemiche sostenendo che gli assorbenti fossero «prodotti personali» che «normalmente non vengono venduti» sui treni. Un suo rappresentante aveva poi aggiunto che le donne che viaggiano sui treni dovrebbero essere «preparate» e quindi averli sempre con sé in caso di necessità. È uno degli argomenti usati in molti commenti contrari al fatto che i prodotti per l’igiene mestruale vengano venduti sui treni, da cui emerge anche una certa ignoranza sul tema delle mestruazioni, soprattutto da parte di commentatori maschi.
Alcuni utenti infatti hanno accusato le donne che chiedevano di poter trovare gli assorbenti in vendita sui treni di pretendere quello che hanno descritto come «un privilegio», con una logica definita «egemonica» e «pseudofemminista». Come ha riassunto la ricercatrice dell’Università britannica di St. Andrews in un articolo su The Conversation, questi commentatori sostengono che le donne veramente indipendenti dovrebbero essere «responsabili» e fare in modo di avere con sé gli assorbenti, anziché sfruttare le proprie caratteristiche biologiche per «costringere» le compagnie ferroviarie a venderli appositamente per rispondere alle loro esigenze.
Il dibattito comunque sembra aver rispecchiato l’inadeguatezza dell’educazione sul tema della salute riproduttiva osservata tra gli adolescenti, che unita alle credenze tradizionali porta a perpetuare una serie di preconcetti sul ciclo mestruale e a favorire discriminazioni nei confronti delle donne.
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In Cina le mestruazioni sono da sempre un tabù: se ne parla molto raramente e nella cultura tradizionale sono associate all’impurità, alla sporcizia e alla sfortuna.
Generalmente le donne che hanno le mestruazioni non possono entrare nei templi o partecipare a cerimonie tradizionali, e in alcune aree rurali non possono nemmeno fare visita ai defunti, perché si crede che «le cose sporche» siano «un’offesa nei confronti di Dio». Di conseguenza anche gli assorbenti sono considerati prodotti sporchi, oltre che inquinanti: sono cioè un pericolo per chi ci entra in contatto, uno dei principali motivi per cui secondo alcuni non dovrebbero essere venduti assieme al cibo sui treni.
Un sondaggio realizzato nel 2015 e citato dal quotidiano di Hong Kong South China Morning Post ha evidenziato inoltre che l’80 per cento delle donne intervistate in varie parti della Cina sosteneva che il fatto di avere le mestruazioni le mettesse in una posizione svantaggiata nella società. Il problema è stato osservato anche durante la prima ondata della pandemia da coronavirus, quando molte mediche e operatrici sanitarie cinesi furono costrette a lavorare in turni sfinenti nonostante i dolori mestruali o in condizioni descritte da alcune di loro come umilianti: alcune hanno detto di aver dovuto cominciare a prendere la pillola anticoncezionale per non avere il ciclo a causa della scarsità degli assorbenti, racconta sempre il South China Morning Post.
Duan Tao, professore e medico in un ospedale specializzato in pediatria, ginecologia e ostetricia di Shanghai, ha detto che gli assorbenti «sembrano essere un piccolo problema», ma nascondono «una grossa questione che è stata a lungo ignorata, cioè quella della dimenticanza dei diritti delle donne». Tao ha spiegato che nella maggior parte dei casi le decisioni che riguardano questioni pubbliche vengono prese da uomini, e anche se ci sono donne coinvolte è raro che nel processo decisionale le loro caratteristiche biologiche vengano prese in considerazione.
A proposito della polemica, anche una pubblicazione bisettimanale dell’agenzia di stampa di stato Xinhua ha chiesto ai legislatori di tenere in considerazione le esigenze delle donne, sostenendo che gli assorbenti, in quanto «necessità di base», dovrebbero essere offerti «in una società moderna e civilizzata».
Qualche settimana dopo la pubblicazione del post dell’utente che segnalava di non aver trovato gli assorbenti in vendita sul suo treno, un’altra donna ha pubblicato un post per mostrarne uno che aveva comprato su un treno ad alta velocità su un’altra linea vicino a Nanchino. Non è chiaro se la disponibilità degli assorbenti a bordo del treno sia stata una conseguenza delle recenti polemiche o dipendesse dalla scelta di una compagnia ferroviaria diversa. In ogni caso la discussione che ne è nata evidenzia come la lotta per il superamento dei preconcetti legati alle mestruazioni e la rivendicazione dei diritti delle donne in Cina abbia «ancora molta strada da fare», conclude Zhang.
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