La Francia accoglierà i migranti della Ocean Viking
Ha detto che l'Italia non si è comportata in maniera responsabile, e che sospenderà la collaborazione sull'accoglienza dei migranti
Giovedì il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin ha annunciato che la
nave Ocean Viking della ong SOS Mediterranée potrà attraccare nel porto di Tolone e che tutti i 230 migranti che ha a bordo saranno accolti in Francia. Darmanin ha detto che lo sbarco avverrà in via del tutto eccezionale, dato che in base alle leggi internazionali sarebbe spettato all’Italia accogliere la nave e i migranti a bordo. Fino a pochi giorni fa la Ocean Viking si trovava infatti in acque italiane, al largo della Sicilia, ma il governo italiano le aveva negato di attraccare. La nave si era quindi messa in viaggio verso la Francia, nella speranza di attraccare in un porto francese.
Inizialmente sembrava che governo italiano e francese si fossero accordati e che quest’ultimo avesse acconsentito già mercoledì ad accogliere la Ocean Viking. Ma non era arrivata nessuna conferma ufficiale, e anzi dal governo francese erano state mosse forti critiche alle autorità italiane, accusate di non rispettare le leggi sull’accoglienza dei migranti. Queste critiche sono state ripetute giovedì da Darmanin che ha definito le azioni del governo italiano una «scelta incomprensibile» e un «comportamento inaccettabile».
Ocean Viking: pour Gérald Darmanin, "l'Italie n'a pas été au rendez-vous du devoir d'humanité" pic.twitter.com/ZNZKRD53vh
— BFMTV (@BFMTV) November 10, 2022
Darmanin ha detto quindi che in risposta all’atteggiamento del governo italiano, la Francia si rifiuterà di accogliere i circa 3.500 migranti che entro l’estate del 2023 dall’Italia avrebbero dovuto essere ridistribuiti in Francia secondo il piano di ricollocamenti in vigore nell’Unione Europea.
«Le nuove autorità italiane hanno fatto la scelta incomprensibile di non rispondere alle diverse richieste di assistenza rivolte dalla nave negli ultimi giorni, nonostante si trovasse senza alcuna contestazione possibile nella zona di ricerca e soccorso italiano», ha detto Darmanin, che ha anche accusato l’Italia di non essersi comportata «come uno stato europeo responsabile». Parlando della sospensione dei ricollocamenti dei migranti, ha invitato anche gli altri paesi europei a fare lo stesso, e in particolare la Germania.
Poco prima dell’annuncio di Darmanin, il governo francese aveva autorizzato lo sbarco di quattro migranti a bordo della Ocean Viking per motivi sanitari. I migranti erano stati portati in elicottero nel porto di Bastia, in Corsica. La nave infatti al momento si trova al largo della costa orientale della Corsica. Secondo Darmanin, dovrebbe arrivare nel porto di Tolone venerdì mattina.
Mercoledì pomeriggio anche la Commissione Europea aveva criticato molto duramente il governo italiano, pur senza citarlo direttamente, in un comunicato in cui chiedeva «l’immediato sbarco, nel porto sicuro più vicino, di tutte le persone salvate e a bordo della Ocean Viking», e sottolineava l’urgenza di «evitare una tragedia umanitaria» e «l’obbligo legale a soccorrere e a garantire la sicurezza della vita in mare».
Dove si trova la Ocean Viking in questo momento. Il posto sicuro più vicino è Cagliari.
Commissione: "L'obbligo giuridico di salvare e assicurare la sicurezza della vita in mare è chiara e senza equivoci".
La Commissione ricorda l'obbligo Ue di "sincera cooperazione" tra stati. pic.twitter.com/20a2lfR992
— David Carretta (@davcarretta) November 9, 2022
Le condizioni che avevano portato allo stallo erano state create dal governo italiano, che nelle scorse settimane si era opposto per giorni a far sbarcare nei porti italiani centinaia di persone migranti a bordo di quattro navi delle ong, che si trovavano nelle acque al largo della Sicilia.
Il governo di destra guidato da Meloni era sembrato intenzionato a far valere la politica propagandistica dei cosiddetti “porti chiusi”, agendo in violazione delle leggi internazionali: era stato poi costretto a far sbarcare una parte dei migranti a bordo delle navi, proponendo però “sbarchi selettivi” che escludevano le persone di sesso maschile considerate in buone condizioni di salute.
Martedì sera alla fine erano state fatte sbarcare tutte le persone a bordo di tre delle quattro navi al largo della Sicilia: l’ultima, la Ocean Viking, si era invece diretta verso la Francia. Diversi retroscena riportati dai giornali avevano raccontato come il governo italiano e quello francese avessero trovato una sorta di accordo, grazie a un colloquio tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron a Sharm el Sheik, durante la COP27: il governo italiano avrebbe lasciato sbarcare tre delle quattro navi al largo della Sicilia e la Francia si sarebbe fatta carico dei migranti della Ocean Viking.
Questa versione aveva trovato parziali conferme da una fonte anonima del ministero dell’Interno francese citata dall’ANSA, che aveva detto che le autorità francesi si stavano preparando ad accogliere la Ocean Viking nel porto di Marsiglia. Anche il governo italiano aveva contribuito ad avvalorare la tesi di un accordo tra i due paesi, diffondendo una nota della presidenza del Consiglio in cui si ringraziava la Francia per la decisione «di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri Stati del Mediterraneo». La nota parlava anche dell’importanza di «proseguire in questa linea di collaborazione europea».Il governo francese aveva però smentito questa versione.
I volontari dell’ong SOS Mediterranée hanno raccontato con grande preoccupazione quello che succede sulla nave: molte persone hanno bisogno di cure ospedaliere, altre sono state sul punto di buttarsi in mare per lo sfinimento. «Abbiamo raggiunto un punto di rottura e non c’è fine in vista», aveva detto a Le Monde Sophie Beau, fondatrice dell’ong. La Ocean Viking aveva soccorso in mare le persone che ora sono a bordo tra il 22 e il 26 ottobre, più di due settimane fa: sono migranti provenienti per lo più da Bangladesh, Eritrea, Siria, Egitto e Pakistan, e in molti casi quando sono stati salvati erano in viaggio già da parecchio tempo.
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