L’approccio del governo Meloni sui migranti non è piaciuto in Europa
È stato molto criticato da Commissione Europea e Francia: la situazione si è sbloccata solo dopo l'intervento del governo francese
Martedì sera si è risolta infine la crisi causata dalle resistenze del governo di Giorgia Meloni a far sbarcare nei porti italiani centinaia di migranti soccorsi nel Mediterraneo da quattro navi delle ong. Per giorni il governo si era opposto allo sbarco, cercando di fatto di ristabilire la cosiddetta strategia dei “porti chiusi” e proponendo degli sbarchi “selettivi”. È stato un approccio che ha provocato le dure critiche di molti in tutta Europa, in particolare del governo francese e della Commissione Europea.
La situazione si è sbloccata martedì sera, quando tutti i migranti a bordo di tre delle quattro navi sono sbarcati nei porti di Catania e Reggio Calabria: inizialmente, infatti, il governo aveva permesso che scendessero solo donne, bambini e persone in condizione di salute precaria. Un’altra nave, la Ocean Viking della ong SOS Mediterranée, si sta invece allontanando dalle acque siciliane e sta andando verso Marsiglia, in Francia.
Il governo francese ufficialmente non ha ancora dato l’autorizzazione a far sbarcare i migranti in Francia, ma secondo quanto riferisce il governo italiano sembra che non ci siano dubbi al riguardo. In una nota della presidenza del Consiglio si legge: «Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri Stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking. È importante proseguire in questa linea di collaborazione europea con gli Stati più esposti per la loro collocazione geografica, così da trovare una soluzione condivisa e comune, per fermare la tratta degli esseri umani e gestire in modo legale ed equilibrato il fenomeno migratorio che ha assunto dimensioni epocali».
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Secondo diverse fonti a conoscenza dei fatti, sembra che la situazione si sia sbloccata dopo un incontro tra la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron alla COP27, la conferenza sul clima delle Nazioni Unite iniziata domenica 6 novembre a Sharm el Sheikh, in Egitto. Lì i due capi di governo avrebbero trovato un accordo per raggiungere un compromesso sulla situazione dei migranti: da un lato l’Italia avrebbe acconsentito a far scendere tutti quelli ancora bloccati a bordo delle navi ormeggiate nel porto di Catania, dall’altro la Francia si sarebbe fatta carico di quelli a bordo della Ocean Viking.
Questo compromesso ha di fatto scongiurato che si aggravasse una crisi umanitaria già in corso: i migranti erano in condizioni di salute fisica e mentale molto precaria, e c’era il timore che a bordo potesse presto diffondersi un’epidemia di scabbia.
Da giorni, inoltre, diversi politici francesi stavano facendo pressioni sul governo per accogliere i migranti della Ocean Viking, 234 persone che sono in mare da più di 18 giorni e generalmente in condizioni di salute preoccupanti. Venerdì scorso il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin aveva detto che la Francia sarebbe stata pronta ad accogliere parte dei migranti sulla nave, per aiutare l’Italia, ma alla fine sembra che li accoglierà tutti.
Nelle ore precedenti allo sbarco di tutti i migranti a Catania, una fonte del governo francese aveva parlato della situazione in forma anonima all’agenzia di stampa AFP. Aveva criticato molto duramente il governo italiano e aveva definito il comportamento assunto nei confronti dei migranti «inaccettabile» e «contrario al diritto del mare e allo spirito di solidarietà europea».
Ancora prima a criticare la strategia del nuovo governo italiano di chiusura verso i migranti era stata la Commissione Europea, che attraverso una sua portavoce aveva ribadito come l’Italia fosse obbligata a farli sbarcare e permettere loro di fare domanda di asilo.
«I cittadini di paesi terzi presenti sul territorio, incluse le acque territoriali, possono fare domanda di asilo e, in quel caso, è richiesto agli stati membri di dare effettivo accesso alle procedure d’asilo. Abbiamo un chiaro quadro giuridico in vigore», aveva detto la portavoce, di fatto smentendo la tesi del governo italiano secondo cui non fosse compito dell’Italia accogliere quei migranti ma dei paesi la cui bandiera batteva sulle navi delle ong.
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