Le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti sono più combattute del previsto
E stanno andando meglio di quanto sperato per i Democratici, che perderanno la Camera ma potrebbero tenere il Senato
È in corso negli Stati Uniti il conteggio dei voti per le elezioni di metà mandato (in inglese: midterm), in cui a due anni di distanza dall’inizio del mandato del presidente si rinnovano tutti i seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato, più centinaia di importanti cariche locali.
Il risultato in assoluto più atteso, cioè quale dei due grandi partiti americani otterrà il controllo del Congresso non c’è ancora, ma il Partito Repubblicano è molto vicino ad avere la maggioranza alla Camera. Al Senato al momento i due partiti sono alla pari, con 48 seggi ciascuno, tre seggi in cui si stanno ancora contando i voti e uno (la Georgia) che verrà deciso con un ballottaggio a dicembre.
I risultati fin qui sono molto più favorevoli al Partito Democratico di quanto era stato previsto. Mercoledì sera, commentando i risultati parziali durante una conferenza stampa, il presidente democratico Joe Biden ha detto: «La stampa e gli esperti prevedevano un’onda rossa, ma non c’è stata», facendo riferimento con questa espressione a una vittoria schiacciante per i Repubblicani (rosso è il colore del partito). I Repubblicani infatti sono molto vicini alla vittoria alla Camera e potrebbero ancora vincere al Senato, ma i numeri mostrati nelle ultime settimane dai sondaggi avevano fatto sperare alcuni di loro in una vittoria più travolgente.
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— President Biden (@POTUS) November 9, 2022
In queste elezioni al Congresso devono essere rinnovati 435 seggi alla Camera e 35 al Senato: alla Camera mancano i risultati di alcune decine di seggi, e potrebbe volerci ancora molto per sapere chi ne otterrà il controllo, ma il Partito Repubblicano è molto vicino ad avere la maggioranza.
Le elezioni al Senato sono invece molto più combattute, perché basta pochissimo per cambiare gli equilibri politici: finora al Senato Democratici e Repubblicani sono stati in parità, con 50 senatori a testa, ma i Democratici avevano formalmente la maggioranza perché la vicepresidente Kamala Harris ha diritto di voto, in caso di pareggio. Significa che basta che un seggio passi da un partito all’altro per cambiare la maggioranza.
Attualmente, sia il Partito Repubblicano che il Partito Democratico hanno 48 seggi sicuri, compresi quelli che non dovevano essere rinnovati. Mancano i risultati di tre seggi: in Arizona, Nevada e Alaska. Nei primi due in particolare i partiti sono vicinissimi. Rimane in bilico anche la Georgia, dove nessuno dei due candidati – il democratico Raphael Warnock e il repubblicano Herschel Walker – ha raggiunto il 50 per cento dei voti e la vittoria verrà quindi decisa con un ballottaggio a dicembre.
Tra i seggi contesi c’era anche quello della Pennsylvania, dove però il Democratico John Fetterman ha ottenuto una vittoria importante battendo il Repubblicano Mehmet Oz: per ora è l’unico seggio al Senato passato da un partito a un altro.
Oltre che per il Congresso, gli americani e le americane hanno votato per eleggere il governatore o la governatrice in 36 stati, rinnovare quasi tutti i parlamenti statali e scegliere moltissime altre cariche locali. Nelle elezioni a governatore, è già stata annunciata la vittoria di vari Repubblicani piuttosto famosi che però erano in notevole vantaggio sui loro avversari, come Ron DeSantis in Florida, Greg Abbott in Texas e Brian Kemp in Georgia. Tutti e tre erano già governatori, e sono stati riconfermati battendo il proprio avversario Democratico.