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  • Martedì 8 novembre 2022

Sono sbarcate tutte e 89 le persone soccorse dalla nave Rise Above

Mentre altre tre navi nel mare di Sicilia sono ancora in attesa con centinaia di uomini a bordo

(ANSA/MAX CAVALLARI-SOS HUMANITY)
(ANSA/MAX CAVALLARI-SOS HUMANITY)
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Nel mare della Sicilia da giorni le navi delle ong attendono l’autorizzazione a far sbarcare centinaia di migranti soccorsi nel Mediterraneo. La Geo Barents di Medici Senza Frontiere e la Humanity 1 di SOS Humanity si trovano al momento nel porto di Catania con a bordo rispettivamente 214 e 35 persone. La Ocean Viking di SOS Mediterranée si trova ancora a largo con 234 persone. L’unica ad aver avuto l’autorizzazione a far scendere tutte le 89 persone soccorse è la Rise Above della ong tedesca Mission Lifeline, a cui è stato autorizzato lo sbarco nel porto di Reggio Calabria, che è avvenuto martedì mattina attorno alle 8.

Tra sabato e domenica, dalle tre navi che si trovano in attesa nel mare della Sicilia erano state fatte scendere le persone fragili, le donne e i bambini, ma molti uomini considerati in salute erano stati costretti a rimanere a bordo.

Lo sbarco parziale è previsto da un decreto interministeriale firmato venerdì sera secondo cui, una volta entrate in acque italiane, le navi delle ong devono sottoporsi a un’ispezione delle forze dell’ordine italiane, per decidere quali persone hanno i requisiti per scendere e quali no.

Il decreto prevede che, finite l’ispezione e le operazioni di soccorso essenziali, le navi debbano lasciare il porto di Catania con a bordo i migranti a cui non è permesso lo sbarco. La decisione di non far sbarcare tutti i migranti è un’evidente violazione delle leggi internazionali, e in particolare della cosiddetta convenzione di Amburgo del 1979, che prevedono che gli sbarchi debbano avvenire nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica a dove è avvenuto il soccorso sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.

Il comandante della Humanity 1, il tedesco Joachim Ebeling, ha spiegato che se lasciasse il porto di Catania con a bordo i 35 migranti rimasti sulla sua nave violerebbe diverse leggi e convenzioni internazionali. Per questo sia la Geo Barents che la Humanity 1 sono ferme nel porto di Catania.

Lunedì SOS Humanity, la ong che gestisce i soccorsi della nave Humanity 1, ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro il decreto del governo, ma non è chiaro quanto bisognerà aspettare prima che si sblocchi la situazione. Intanto, al tribunale civile di Catania è stata attivata la procedura per la richiesta d’asilo anche dei migranti cui non è stato concesso di sbarcare.

Lunedì sera SOS Mediterranée, sulla cui nave a largo della costa ci sono 234 persone, ha scritto su Twitter: «dopo 17 giorni a bordo, il bilancio della loro salute mentale è critico: molti soffrono di insonnia, ansia e depressione. Alcuni manifestano l’intenzione di buttarsi in mare per la disperazione».