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  • Martedì 8 novembre 2022

Il grande ritrovamento di bronzi antichi a San Casciano dei Bagni

In un'antica vasca termale di epoca romana sono state scoperte 24 statue, quasi del tutto intatte

(ANSA/ JACOPO TABOLLI)
(ANSA/ JACOPO TABOLLI)
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Martedì mattina è stata annunciata la scoperta di 24 statue in bronzo in un’antica vasca termale della città di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. I bronzi risalgono a un periodo compreso tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., e fino a oggi erano rimasti sommersi da fango e acqua bollente, che li hanno mantenuti quasi del tutto intatti.

È una scoperta di grande valore, tanto che il direttore generale dei Musei del ministero dei Beni culturali, Massimo Osanna, l’ha definita «la scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico». I ritrovamenti di statue in bronzo, specialmente in buone condizioni, sono piuttosto rari, per questo quello di San Casciano è stato celebrato con molta enfasi e paragonato a quello dei Bronzi di Riace, le due statue trovate il 16 agosto 1972 durante una battuta di pesca subacquea nel mare Ionio al largo delle coste di Riace Marina, in provincia di Reggio Calabria. Va comunque specificato che i Bronzi di Riace sono considerate unanimemente opere dal valore artistico enorme, molto superiore a quello delle statue trovate a San Casciano.

Le statue si trovavano in un santuario etrusco-romano, nei pressi di un’antica vasca sacra alla sorgente del Bagno Grande di San Casciano. Gli scavi, condotti dall’archeologo Jacopo Tabolli dell’Università per Stranieri di Siena, erano cominciati nel 2019. I bronzi ritrovati sono perlopiù statue votive, che raffigurano divinità, matrone romane e fanciulli. Secondo Tabolli, il santuario sarebbe stato utilizzato almeno fino al V secolo d.C., quando in epoca cristiana le vasche vennero sigillate con pesanti colonne di pietra, e le statue lasciate nell’acqua, ma non distrutte. È il «più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto», ha detto Tabolli. Adesso gli scavi si fermeranno, per riprendere in primavera, e nei prossimi mesi ci si dedicherà al restauro delle statue ritrovate.