I Repubblicani si stanno dividendo in Florida
Trump non vuole appoggiare il governatore dello stato, Ron DeSantis, perché teme possa sostituirlo come leader del partito
Martedì si terranno le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti, e l’ex presidente Donald Trump sta facendo campagna elettorale tenendo comizi in vari stati a sostegno dei candidati del Partito Repubblicano. In Florida, però, Trump non ha partecipato a nessuno degli eventi elettorali che il governatore uscente, Ron DeSantis, ha organizzato in questi giorni. Non solo: in un discorso tenuto a Latrobe, in Pennsylvania, Trump ha preso apertamente in giro DeSantis chiamandolo “Ron DeSanctimonious”, un gioco di parole con l’aggettivo inglese sanctimonious che significa “bigotto”.
Il motivo di questa distanza tra il leader nazionale del partito e uno degli esponenti locali più in ascesa è dovuto alle ambizioni nazionali di quest’ultimo. Anche se si è ricandidato a governatore, infatti, DeSantis potrebbe essere un potenziale avversario interno di Trump alle prossime elezioni presidenziali, nel 2024. Due settimane fa, in un dibattito elettorale, gli è stato chiesto se completerà il suo mandato da governatore qualora fosse eletto: lui non ha risposto.
Le intense rivalità interne ai partiti non sono ovviamente una novità nella politica statunitense, ma normalmente si evidenziano soltanto in alcuni periodi, per esempio durante le primarie in cui si scelgono i candidati alle elezioni nazionali o locali. È assai insolito invece che un partito risulti diviso in un momento così importante come le elezioni di metà mandato, in cui è meglio mostrarsi compatti per massimizzare il risultato.
Lo stratega Repubblicano Josh Holmes, su Twitter, ha criticato la mossa di Trump di «distruggere un governatore quattro giorni prima delle elezioni».
Nothing like trashing a Republican Governor 4 days before Election Day when his name is on the ballot. #team https://t.co/eAMA1MhfVs
— Josh Holmes (@HolmesJosh) November 6, 2022
DeSantis ha 44 anni ed è avvocato. Prima di diventare governatore era stato un deputato non molto in vista, perciò quando si candidò in Florida, nel 2018, era visto come sfavorito, ma fu eletto anche grazie all’aperto sostegno di Trump, all’epoca presidente.
Da governatore, DeSantis ha affrontato la pandemia in maniera controversa, criticando i lockdown e la campagna vaccinale nazionale. Inoltre, ha assunto posizioni politiche con lo scopo evidente di mettere in difficoltà Trump, come quando di recente ha espresso apprezzamento per il senatore Joe O’Dea poco dopo che questo si era detto contrario a una ricandidatura di Trump nel 2024.
Per questa campagna elettorale, DeSantis è riuscito a raccogliere ben 200 milioni di dollari, un altro indizio delle sue ambizioni nazionali, dal momento che fare campagna per la presidenza degli Stati Uniti richiede un’ingente quantità di risorse. Trump dal canto suo quasi sicuramente si ricandiderà: la scorsa settimana, durante un comizio in Iowa, ha detto che «molto, molto, molto probabilmente lo farò ancora, ok?».
Durante la campagna elettorale in Florida vari esponenti Repubblicani si sono trovati in difficoltà, non sapendo a quali eventi partecipare, se quelli del governatore o dell’ex presidente. Tra venerdì e lunedì, infatti, DeSantis ha organizzato ben 13 eventi, molti in contemporanea con altri organizzati da Trump. In uno degli ultimi, a Miami, Trump ha menzionato DeSantis una sola volta in tutto il lungo discorso che ha fatto, incentrato più che altro su critiche ai Democratici. Ha detto semplicemente: «Eleggerete di nuovo DeSantis come governatore».
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