Com’è andata la Maratona di New York
Dopo le ultime complicate edizioni sono tornati oltre 50mila partecipanti: hanno vinto i keniani Evans Chebet e Sharon Lokedi
Si è corsa domenica la 51ª edizione della Maratona di New York, la più famosa al mondo, che nel 2020 era stata annullata e che nel 2021 era stata organizzata in versione ridotta, con solo 30mila partecipanti. Quest’anno alla partenza erano in più di 50mila, e in 47.743 hanno completato i 42,195 chilometri del percorso. I più veloci sono stati i keniani Evans Chebet e Sharon Lokedi, che hanno corso rispettivamente in 2 ore 8 minuti e 41 secondi e in 2 ore 23 minuti e 23 secondi. Ma la Maratona di New York è stata, come al solito, tante altre cose tutte insieme.
Organizzata per la prima volta nel 1972 facendo diversi giri intorno a Central Park, già dal 1976 la Maratona di New York ha un percorso che attraversa tutti e cinque i boroughs della città: Staten Island, Brooklyn, Queens, Bronx e Manhattan.
Nonostante altre maratone abbiano meno dislivello e percorsi più semplici, in gran parte grazie alla sua scenografia la Maratona di New York è diventata col tempo una tradizione per New York e un obiettivo di riferimento per i maratoneti o gli aspiranti tali. Prima della pandemia era stato calcolato che ogni maratona di New York generava per la città un indotto complessivo vicino ai 500 milioni di dollari.
Dalla metà degli anni Ottanta la maratona si corre a inizio novembre: quest’anno in una giornata insolitamente calda, con un’umidità vicina all’ottanta per cento e con una temperatura che, alle 11 a Central Park, quando i migliori maratoneti stavano completando la loro gara, era di poco superiore ai 22 gradi.
I primi trenta chilometri della gara maschile sono stati caratterizzati dall’elevatissimo ritmo tenuto e dalla fuga solitaria dal ventiquattrenne brasiliano Daniel Do Nascimento. Personaggio piuttosto sfrontato e appariscente, a metà gara Do Nascimento aveva un tempo di 1 ora, 1 minuto e 22 secondi: un tempo bassissimo, quasi da record del mondo. Era arrivato ad avere quasi due minuti di vantaggio sul più vicino dei suoi inseguitori.
A meno di dieci chilometri dall’arrivo e poco dopo che già si era fermato per qualche secondo per entrare in un bagno (una cosa ovviamente non comune, per chi è primo in una maratona), Do Nascimento è collassato a terra, probabilmente stremato dal ritmo troppo elevato che aveva cercato di tenere. Gli era già successo qualcosa di simile alle Olimpiadi di Tokyo. Poi si è rimesso e ora sta meglio.
La gara l’ha quindi vinta il trentatreenne Chebet, che quest’anno già aveva vinto la Maratona di Boston e che con la sua vittoria ha permesso al Kenya di vincere tutte e sei le più importanti maratone mondiali del 2022, cosa che non succedeva dal 2011. Il migliore degli italiani è stato il trentasettenne Daniele Meucci, arrivato ottavo.
Nella maratona femminile – corsa cinquant’anni dopo quella in cui sei donne protestarono per avere il diritto di partire insieme agli uomini – la ventottenne Lokedi ha vinto con pochi secondi di vantaggio sull’israeliana Lonah Salpeter. Lokedi era al suo debutto in una maratona competitiva e grazie alla vittoria si è conquistata, così come Chebet, un premio di 100mila dollari.
Più indietro rispetto ai migliori, domenica a New York hanno corso anche diverse persone famose (tra le altre Chelsea Clinton e l’attore Ashton Kutcher, che ci hanno messo rispettivamente poco più e poco meno di quattro ore) e molti italiani: più di duemila, che hanno reso l’Italia il paese straniero più rappresentato e che rendono la Maratona di New York una maratona con più iscritti italiani di quasi ogni maratona italiana. Molti potranno dire, tra le altre cose, di aver visto il proprio nome pubblicato sul New York Times, che come da tradizione il lunedì dopo la gara pubblica nelle sue pagine cittadine il Marathon Agate, una lunga lista di nomi, cognomi e tempi.
Per chi ci sta eventualmente facendo un pensierino, le strade per iscriversi alla Maratona di New York, la cui iscrizione costa da sola oltre 300 euro, sono diverse. Si può passare da tour operator certificati, correre per beneficenza oppure partecipare, nel febbraio del 2023, all’apposita lotteria: quest’anno ha “vinto” il diritto a partecipare poco più del dieci per cento di chi ci aveva provato.
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