La squadra NBA dei Brooklyn Nets ha detto che le scuse di Kyrie Irving per i post antisemiti non bastano
Venerdì il General Manager della squadra di basket NBA dei Brooklyn Nets, Sean Marks, ha detto che Kyrie Irving resterà sospeso dalla squadra almeno fino a quando non avrà incontrato i leader della comunità ebraica e la squadra: i Nets avevano sospeso Irving (togliendogli anche lo stipendio) dopo che a fine ottobre aveva condiviso su Twitter e Instagram il link a un film con contenuti antisemiti. Dopo che per giorni si era rifiutato di scusarsi, venerdì Irving aveva pubblicato un messaggio di scuse su Instagram, che però la squadra non ha giudicato sufficiente al reintegro: Marks ha detto che le scuse erano «un passo nella giusta direzione», ma «certamente non sufficiente».
Marks ha fatto capire che c’è la volontà di riportare Irving in squadra e ha detto che «ci saranno alcuni provvedimenti e misure correttive che sono state messe in atto per lui». Non ha però escluso che Irving possa continuare a rimanere fuori indefinitamente, limitandosi a dire: «Vedremo se questa è l’opportunità giusta per riportarlo indietro».
Intanto la Nike – che è da tempo sponsor di Irving e produce per lui ogni anno dal 2014 un modello di scarpe molto popolare – ha annunciato venerdì di aver sospeso il suo rapporto commerciale con Irving «con effetto immediato» e che non sarà messa in commercio la prossima versione delle scarpe associate a Irving, le “Kyrie 8”.
Per Irving, che è considerato uno dei migliori giocatori dell’NBA degli ultimi anni, non è la prima sospensione e nemmeno la prima grande polemica di cui è protagonista: poco più di un anno fa fu messo fuori squadra dai Nets perché non voleva vaccinarsi contro il coronavirus, per tornare poi in squadra ma solo per le partite in trasferta.
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