I lanci di missili tra le due Coree oltre il confine marittimo che le separa
Non hanno violato le acque territoriali dell'una e dell'altra, ma ci sono andati molto vicino, in una situazione sempre più tesa
Mercoledì la Corea del Nord e la Corea del Sud hanno lanciato ciascuna diversi missili oltre il confine marittimo che le separa: di fatto non ci sono state violazioni delle acque territoriali dell’una o dell’altra, ma ci si è andati vicino come non era mai accaduto in tempi recenti. Ha cominciato la Corea del Nord durante quello che sembrava essere uno dei molti test missilistici condotti quest’anno: a differenza delle altre volte però, il fatto che almeno un missile abbia superato il confine marittimo ha provocato una risposta da parte della Corea del Sud, che a sua volta ha lanciato alcuni missili.
Secondo l’esercito sudcoreano, inizialmente la Corea del Nord avrebbe lanciato dieci missili, sia dalla costa occidentale, nel mare Giallo, che da quella orientale, nel mar del Giappone. Almeno uno di quelli lanciati nel mar del Giappone è arrivato a circa 57 chilometri dalla città di Sokcho, che si trova nella costa orientale sudcoreana: tecnicamente non si tratta di un’invasione delle acque territoriali sudcoreane, ma in questo modo la Corea del Nord ha superato di 26 chilometri la “linea limite settentrionale”, una linea di demarcazione che prosegue idealmente il confine di terra tra le due Coree e che funge da confine marittimo. Non è un’invasione delle acque territoriali perché il missile non è arrivato abbastanza vicino alla costa sudcoreana.
Sull’isola sudcoreana di Ulleung, che si trova in quella zona nel mar del Giappone, sono scattate le sirene contro i raid aerei, costringendo le persone a spostarsi nei rifugi sotterranei. Non era ancora successo che un test missilistico nordcoreano arrivasse così vicino alle acque territoriali sudcoreane, e il governo della Corea del Sud lo ha percepito come una violazione intenzionale: il presidente Yoon Suk-yeol ha parlato di un «effettivo atto di invasione territoriale».
A quel punto la Corea del Sud ha risposto lanciando tre missili terra-aria che hanno superato verso nord la “linea limite settentrionale” (tra questi c’era un’arma di grande precisione fabbricata negli Stati Uniti). Poco dopo i lanci sudcoreani, la Corea del Nord ha risposto a sua volta, lanciando prima 7 missili e 100 colpi d’artiglieria, poi altri 6 missili, tutti nell’arco di poche ore.
In tutto, quindi, la Corea del Nord ha lanciato almeno 23 missili, uno dei quali ha superato il confine marittimo tra i due paesi. La Corea del Sud ne ha lanciati tre in direzione opposta oltre lo stesso confine.
I lanci di missili di mercoledì sono avvenuti poche ore dopo che la Corea del Nord aveva chiesto a Corea del Sud e Stati Uniti di fermare le esercitazioni militari su larga scala che i due paesi hanno svolto congiuntamente quest’anno in diverse occasioni, ma sempre come risposta ai test nordcoreani. Lunedì Corea del Sud e Stati Uniti avevano iniziato una delle più ampie esercitazioni congiunte di quest’anno, nonostante il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol avesse proclamato una settimana di lutto dopo la morte di oltre 150 persone nella calca per i festeggiamenti di Halloween a Seul, la capitale.
La Corea del Nord aveva parlato di una «provocazione militare» che «non può più essere tollerata» e aveva minacciato apertamente l’uso di armi nucleari, per «far pagare il prezzo più orribile della storia» ai due paesi.
Nel corso del 2022 la Corea del Nord ha condotto moltissimi test missilistici, almeno 55 secondo le stime di Reuters: un numero di gran lunga maggiore di qualsiasi altro anno negli ultimi tre decenni e più del doppio del 2019, che era stato l’anno con più test in tempi recenti.
Nell’ultimo mese ha svolto anche test missilistici descrivendoli come «simulazioni» di un attacco nucleare verso la Corea del Sud, sempre in risposta alle esercitazioni congiunte di quest’ultima con gli Stati Uniti. Secondo le autorità statunitensi e sudcoreane, la Corea del Nord avrebbe completato per la prima volta dal 2017 le preparazioni tecniche necessarie al test di un’arma nucleare.