Alle elezioni danesi il centrosinistra ha ottenuto una sottilissima maggioranza
La coalizione che sostiene il governo uscente manterrà il controllo del parlamento per un seggio
La coalizione di centrosinistra ha vinto le elezioni parlamentari in Danimarca che si sono tenute martedì. Erano state indette a inizio ottobre dalla prima ministra Mette Frederiksen, leader dei Socialdemocratici, dopo una crisi interna alla coalizione di centrosinistra. Sondaggisti e commentatori avevano ipotizzato che nessuna coalizione o partito avrebbe ottenuto la maggioranza dei 179 seggi in parlamento: alla fine il centrosinistra guidato dai Socialdemocratici ne ha ottenuti 90, il minimo necessario per formare una maggioranza di governo.
«La prima ministra Frederiksen ha ottenuto quello che fino a poco tempo fa sembrava impossibile», ha commentato il Jyllands-Posten, uno dei principali quotidiani danesi.
Frederiksen ha celebrato la vittoria, arrivata nel corso della notte alla fine di un lungo scrutinio, ma ha anche confermato di voler discutere col leader del partito centrista dei Moderati, Lars Løkke Rasmussen, per capire se vorrà fare parte della maggioranza, che ne uscirebbe molto rafforzata in termini di numeri. I Moderati, fondati da Rasmussen soltanto qualche mese fa, hanno ottenuto il 9,3 per cento dei voti, cioè 16 seggi. La coalizione di centrodestra invece è andata decisamente male, riuscendo a ottenere soltanto 72 seggi, molto lontana dalla soglia dei 90, che non raggiungerebbe nemmeno col sostegno dei Moderati.
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La campagna elettorale era stata movimentata e piena di polemiche, e caratterizzata da un quadro politico particolarmente frammentato.
Frederiksen era stata molto criticata fra le altre cose per avere deciso durante il picco della pandemia da coronavirus, nel novembre del 2020, di uccidere 17 milioni di visoni per prevenire ulteriori mutazioni del virus. Un rapporto indipendente aveva stabilito che la decisione presa dal suo governo non aveva alcuna base legale.
Anche la coalizione di centrodestra però non era uscita benissimo: uno dei suoi principali leader, Søren Pape Poulsen, era stato coinvolto in uno scandalo che riguardava il suo ex marito, che aveva finto per anni di essere ebreo e di essere nipote di Danilo Medina, presidente della Repubblica Dominicana fra 2016 e 2020.
Alla fine Frederiksen non sembra avere risentito più di tanto delle polemiche: i Socialdemocratici sono stati di gran lunga il partito più votato, col 27,5 per cento dei voti: era dal 2001 che non ottenevano un risultato così ampio. Gli altri partiti della coalizione hanno ottenuto risultati in linea con le aspettative. In tutto la coalizione nazionale controllerà 87 seggi: i 3 seggi che le mancavano per arrivare a 90 sono arrivati da candidati eletti in Groenlandia e nelle Isole Faroe con alcuni partiti regionali di sinistra, tradizionalmente allineati con la coalizione nazionale di centrosinistra.
Nelle prossime ore il governo Frederiksen dovrebbe dimettersi, come prevede la prassi in Danimarca dopo ogni elezione. Frederiksen ha già detto di volere trattare con Rasmussen: lo farà sicuramente da una posizione di forza, dato che il centrosinistra ha la maggioranza anche senza i voti dei Moderati. Il quotidiano danese Politiken prevede comunque che nei prossimi giorni fra centrosinistra e i Moderati possa avvenire «un lungo negoziato» per cercare di formare una maggioranza comune.