La morte di Marco Vannini, quando un’intera famiglia mentì su tutto
Nelle nuove puntate di “Indagini” l'incredibile serie di bugie raccontate per nascondere quanto successo a Ladispoli nel 2015
Nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 un ragazzo di vent’anni, Marco Vannini, fu ferito da un colpo di pistola mentre era a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, in provincia di Roma. Il proiettile trapassò il braccio destro, entrò nell’emitorace, attraversò il polmone destro e si fermò nel pericardio, la membrana che circonda il cuore.
La famiglia Ciontoli chiamò il 118 oltre mezz’ora dopo lo sparo annullando però, nella stessa telefonata, la richiesta di intervento. Il 118 venne chiamato di nuovo molti minuti più tardi. Marco Vannini morì quattro ore dopo essere stato ferito. Le perizie stabilirono che se fosse stato soccorso tempestivamente si sarebbe potuto salvare.
Le due nuove puntate di Indagini raccontano ciò che avvenne a Ladispoli, nella casa della famiglia Ciontoli, la notte in cui Marco Vannini venne colpito da un proiettile sparato da una pistola marca Beretta calibro nove. E spiega cosa avvenne nei minuti, nelle ore e poi nei giorni successivi quando un intero nucleo familiare raccontò che Marco era caduto dalle scale, poi che aveva avuto un attacco di panico a causa di un colpo d’aria uscito dalla pistola, quindi che si era ferito con un pettine e infine che c’era stato uno sparo ma che il colpo era partito praticamente da solo.
Le due puntate sono disponibili da oggi sull’app del Post (scaricala qui) ma anche sulle principali piattaforme di podcast, come Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music e Google Podcasts. Indagini esce con una nuova storia il primo giorno di ogni mese: la prossima uscirà il primo dicembre.