In Israele Netanyahu è vicino alla maggioranza
Secondo gli exit poll la coalizione di destra avrebbe una maggioranza risicatissima, ma le cose possono ancora cambiare
Domenica sera si sono concluse le elezioni parlamentari in Israele, le quinte negli ultimi quattro anni: per il risultato definitivo bisognerà aspettare il conteggio di tutti i voti, ma secondo i primi exit poll il blocco della destra avrebbe ottenuto per pochissimi voti i 61 seggi necessari a formare una maggioranza (la Knesset, il parlamento israeliano, ha 120 seggi). Le cose tuttavia potrebbero ancora cambiare, e molto dipenderà dal voto degli arabi israeliani, che potrebbero negare a Netanyahu l’ottenimento della maggioranza.
Il partito più votato sembra essere il Likud, quello guidato dall’ex primo ministro di destra Benjamin Netanyahu, attualmente sotto processo per corruzione (si stima che da solo abbia ottenuto circa 30 seggi). Il secondo partito più votato, vicinissimo come numeri al Likud, sembra essere invece il partito di centro Yesh Atid guidato dall’attuale primo ministro Yair Lapid, in carica da dopo le dimissioni dell’ex primo ministro di destra Naftali Bennett.
Secondo gli exit poll, il partito di Lapid ha ottenuto tra i 22 e i 24 seggi e il blocco di cui fa parte, quello di centrosinistra, dovrebbe aver ottenuto tra i 54 e i 55 seggi: sarebbe quindi piuttosto lontano dalla maggioranza di 60 seggi.
C’è tuttavia una possibilità piuttosto concreta che la destra non ottenga la maggioranza: Balad, uno dei partiti che rappresentano gli arabi israeliani, sarebbe vicinissimo a superare la soglia di sbarramento del 3,25 per cento necessaria per entrare in parlamento. Se lo facesse, con ogni probabilità la destra non riuscirebbe a ottenere la maggioranza necessaria per governare.
Forse anche per questo, poco dopo la chiusura delle urne Netanyahu e il Likud hanno avviato una rumorosa campagna per denunciare brogli nei seggi elettorali a maggioranza araba. Sia la commissione elettorale sia le forze dell’ordine hanno per ora negato che ci siano state irregolarità.
Se la coalizione di Netanyahu non dovesse raggiungere la maggioranza nel conteggio definitivo dei voti, potrebbe emergere una situazione di ingovernabilità, con un parlamento frammentato e sostanzialmente paralizzato, in cui sarà possibile formare una maggioranza di governo solo dopo forzature e acrobazie politiche.
Gli exit poll sembrano confermare anche un’altra previsione fatta da diversi sondaggi prima delle elezioni: cioè l’aumento dei consensi per i piccoli partiti di estrema destra Potere Ebraico e Partito Sionista Religioso. Secondo exit poll citati dal Times of Israel il Partito Sionista Religioso avrebbe ottenuto tra i 14 e i 15 seggi.
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