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  • Sabato 29 ottobre 2022

Cosa sappiamo dell’aggressione al marito di Nancy Pelosi

È stata compiuta a San Francisco da un estremista di destra che cercava la speaker della Camera, in un clima politico sempre più teso

Nancy Pelosi con il marito Paul in un appuntamento pubblico (AP Photo/Kevin Wolf)
Nancy Pelosi con il marito Paul in un appuntamento pubblico (AP Photo/Kevin Wolf)

Nelle prime ore della mattina di venerdì, a San Francisco, in California, Paul Pelosi, marito della speaker della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi, è stato aggredito nella propria casa da un uomo entrato per cercare la moglie e con ogni probabilità mosso da odio politico. Nancy Pelosi non era in casa. Dopo l’aggressione, il marito è stato portato in ospedale e operato alla testa, ma non sarebbe in pericolo di vita. L’aggressore è in arresto.

L’uomo è stato identificato dalla polizia come David DePape, ha 42 anni, è originario della British Columbia, in Canada, ma viveva da tempo a Richmond, in California, a una ventina di chilometri di distanza dalla casa dei Pelosi. Durante l’assalto ha urlato ripetutamente «Dov’è Nancy?» e ha detto al marito di voler rimanere finché la moglie, una delle maggiori esponenti del Partito democratico americano, non fosse rientrata a casa.

Nancy Pelosi, che in quel momento era dall’altra parte del paese, a Washington DC, è da tempo oggetto di molti attacchi online da parte di estremisti di destra e dei sostenitori Repubblicani di Donald Trump. Le foto della casa dei Pelosi sono comparse più volte sui canali social e sui siti di sostenitori dei Repubblicani, e l’abitazione è stata oggetto di vandalismi in almeno un paio di occasioni. Durante l’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 gli assaltatori avevano cantato il coro «Nancy, Nancy», e la speaker era stata fatta evacuare in quanto probabile obiettivo.

DePape, secondo le prime indagini dei quotidiani statunitensi, è chiaramente collegabile quale autore (per il nome e per l’indirizzo) a un blog e ad alcuni account social che hanno pubblicato numerosi contenuti antisemiti e di estrema destra. In molti dei suoi post online l’assalitore, che si dichiara sostenitore di Donald Trump, riprendeva varie teorie complottiste riguardo alla politica americana, comprese quelle di QAnon. Fra queste citava spesso la teoria falsa delle “elezioni rubate” da parte di Joe Biden a Trump, non riconoscendo l’esito elettorale. Sul blog poi DePape postava con frequenza contenuti antisemiti, negava l’Olocausto e si diceva fan di Hitler. In passato DePape era stato anche un attivista nudista, protagonista di alcune manifestazioni nel 2013.

David DePape in una foto del 2013 (Michael Short/San Francisco Chronicle via AP)

Venerdì intorno alle due di notte DePape è entrato nella casa della famiglia Pelosi a Pacific Heights, uno dei quartieri più ricchi di San Francisco, rompendo un vetro della porta sul retro dell’abitazione.

Qui ha trovato Paul Pelosi, 82 anni, a cui ha detto di voler aspettare la moglie: Pelosi è riuscito ad allontanarsi con la scusa di andare in bagno e ha chiamato la polizia, lasciando la comunicazione aperta per far sentire cosa stava succedendo all’operatrice del 911. Quest’ultima ha intuito la gravità della situazione e ha inviato una pattuglia, che è arrivata alle 2:27 del mattino. I poliziotti hanno raccontato di aver trovato i due uomini che stavano cercando di strapparsi dalle mani un martello: DePape ha avuto la meglio e ha immediatamente assalito Pelosi, colpendolo con varie martellate.

La strada bloccata fuori dalla casa dei Pelosi a San Francisco (AP Photo/Eric Risberg)

DePape è stato bloccato e arrestato, Paul Pelosi è stato portato in ospedale, dove è stato operato per una frattura al cranio e per alcune gravi ferite a un braccio e a una mano. L’aggressore dovrà rispondere di tentato omicidio, assalto con arma letale, violazione di domicilio aggravata e altri capi d’accusa minori. Il capo della Polizia di San Francisco William Scott ha detto: «Non è stato un atto casuale, era un assalto intenzionale».

L’aggressione arriva in un momento di grande tensione politica negli Stati Uniti e a dieci giorni dalle elezioni di metà mandato, che si terranno l’8 novembre e definiranno la maggioranza alla Camera e al Senato, oltre a eleggere molti governatori statali. Poche ore dopo l’aggressione, in un bollettino ufficiale di allerta, il governo statunitense ha annunciato una «crescente minaccia» di estremismo politico violento nei confronti di candidati e lavoratori impiegati nel processo elettorale.

Recentemente tre uomini sono stati condannati per aver pianificato il rapimento della governatrice del Michigan Gretchen Whitmer e uno per minacce di morte al deputato Eric Swalwell, democratico della California.

Il presidente Joe Biden ha commentato l’accaduto durante un appuntamento elettorale a Philadelphia, definendo l’attacco «spregevole» e dicendo che «tutti devono schierarsi chiaramente e senza ambiguità contro la violenza nella politica. Adesso è troppo».

Nancy Pelosi è una delle politiche più importanti del paese: il ruolo di speaker della Camera, per cui è stata rieletta per la quarta volta nel 2021, la rende la terza carica dello stato dopo il presidente e la vicepresidente. Recentemente era stata protagonista di un viaggio a Taiwan che aveva causato forti tensioni con la Cina.

È nata a Baltimora ma è stata eletta al Congresso dal 1987 nell’area di San Francisco, dove vive (quando non è impegnata a Washington) con il marito, uomo d’affari e creatore di un fondo d’investimento, con un patrimonio personale stimato in oltre 100 milioni di dollari.