La Spagna concederà la cittadinanza a molti discendenti di persone fuggite dal regime franchista
Sono centinaia di migliaia e stanno soprattutto in America Latina
Lo scorso 21 ottobre in Spagna è entrata in vigore la cosiddetta legge della memoria democratica (Ley de Memoria Democrática), che permette di richiedere la cittadinanza spagnola ai figli e ai nipoti di persone scappate dal paese durante la dittatura di Francisco Franco, terminata nel 1975. La legge è stata approvata dal governo socialista del primo ministro Pedro Sánchez ed estende ulteriormente un diritto che era già stato riconosciuto con una precedente legge nel 2007: si stima che possa riguardare centinaia di migliaia di persone, molte delle quali hanno già cominciato a fare richiesta, soprattutto nei paesi dell’America centrale e del Sud America.
La nuova legge ha l’obiettivo di riparare almeno in parte i danni provocati dalla persecuzione politica nel periodo tra il colpo di stato del luglio del 1936 e l’entrata in vigore della Costituzione spagnola del 1978. Definisce in particolare vittima del franchismo «chiunque abbia subìto danni fisici, morali o psicologici, danni economici o la perdita di diritti fondamentali» a causa del regime. Sostituisce la legge del 2007, che era stata approvata dal governo socialista di José Luis Rodríguez Zapatero e permetteva di chiedere la cittadinanza spagnola alle persone che avevano uno dei due genitori di origine spagnola ed eventualmente ai loro figli minorenni, con alcuni limiti.
Approvata dal Senato a inizio ottobre con 128 voti favorevoli, 113 contrari e 18 astensioni, la nuova legge è soprannominata la “Ley de los nietos”, la legge dei nipoti, perché estende la possibilità di fare richiesta di cittadinanza a tre nuove categorie di discendenti: le persone nate fuori dalla Spagna con genitori o nonni che erano scappati dal paese e avevano perso o rinunciato alla cittadinanza spagnola per motivi politici, ideologici, di religione oppure di orientamento o identità sessuale; le figlie o i figli nati fuori dal paese da donne che avevano perso la cittadinanza spagnola per essersi sposate con persone straniere prima dell’entrata in vigore della Costituzione; e le figlie e i figli maggiorenni delle persone a cui era già stata riconosciuta la cittadinanza spagnola grazie alla legge del 2007 (secondo dati del ministero degli Esteri oltre 200mila).
La nuova legge permetterà ad ancora più persone con genitori e nonni di origine spagnola di poter abitare, lavorare, frequentare la scuola in Spagna e spostarsi nei paesi dell’Unione Europea in maniera legale. Le persone che hanno i requisiti necessari potranno fare richiesta di cittadinanza entro l’ottobre del 2024: ci si aspetta che il procedimento per la gestione delle domande richieda meno di un anno e sia in generale più rapido rispetto alle richieste di cittadinanza inoltrate sulla base della residenza.
Secondo stime del governo spagnolo citate dal quotidiano argentino Clarín le persone che potranno fare richiesta di cittadinanza grazie alla nuova legge sarebbero 250mila, mentre secondo altre, citate dal Guardian, potrebbero essere fino a 700mila. Nel frattempo, alcuni avvocati e consolati dei paesi di Sud America e America centrale hanno fatto sapere di aver già ricevuto moltissime richieste.
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È stato stimato che tra la fine della guerra civile spagnola (nel 1939) e l’approvazione della Costituzione furono circa 2 milioni gli spagnoli che scapparono dal regime. Circa 500mila persone emigrarono in Francia, mentre altre decine di migliaia si diressero in paesi come Messico, Argentina, Venezuela e Cuba. Il 95 per cento delle circa 446mila persone che avevano già fatto richiesta di cittadinanza spagnola grazie alla legge del 2007 viveva proprio in America Latina: più della metà delle richieste arrivò dai consolati di L’Avana e Buenos Aires, rispettivamente a Cuba e in Argentina.
Nell’ultimo anno in Spagna sono già arrivati circa 33mila argentini in cerca di condizioni di vita migliori rispetto a quelle del loro paese, colpito da tempo da una gravissima situazione economica e sociale: ora ci si aspetta che ne arrivino ancora di più.
Con l’approvazione della nuova legge della memoria democratica, il ministero del Lavoro spagnolo ha peraltro avviato il procedimento per ritirare le medaglie al merito del lavoro assegnate a suo tempo a una decina di funzionari, ufficiali e collaboratori franchisti, tra cui lo stesso Franco. Saranno annullati anche i titoli nobiliari che Franco concesse a molti suoi ministri, amici e familiari.
Nel 2014, sempre come gesto riparatore, il governo dell’allora primo ministro conservatore Mariano Rajoy offrì la possibilità di chiedere la cittadinanza anche ai discendenti degli ebrei sefarditi, ovvero quelli che furono espulsi dal territorio spagnolo con l’editto dei re cattolici nel 1492. Il procedimento era lungo, dispendioso e complicato ma fecero richiesta più di 150mila persone: ne furono accettate circa 36mila.