Per il Barcellona si mette sempre peggio
L’eliminazione dalla Champions League complica ulteriormente una situazione finanziaria già a rischio
Dopo la vittoria dell’Inter contro il Viktoria Plzen nella penultima giornata dei gironi di Champions League, il Barcellona è matematicamente eliminato dal torneo. Per il secondo anno di fila giocherà in Europa League, il secondo torneo del calcio continentale, rinunciando quindi ai grossi incassi che garantisce la Champions League, ritenuti essenziali per un club già in una situazione finanziaria a rischio.
Dato che mercoledì l’Inter ha giocato per prima, il Barcellona ha dovuto giocare in serata contro il Bayern Monaco sapendo già di essere eliminato. Questo, unito alla solidità mostrata dagli avversari nel corso del girone, ha portato a una sconfitta di 3-0 in cui, pur giocando in casa, il Barcellona non è riuscito a tirare in porta una sola volta. Il Bayern ha così ottenuto la sua sesta vittoria consecutiva contro il Barcellona e in totale, durante queste sei partite, ha segnato 22 gol e ne ha subiti appena 4.
Questa eliminazione ha fatto emergere tutti i limiti di una squadra che in estate era stata rinforzata con giocatori come Robert Lewandowski, fra i migliori centravanti al mondo, e con una spesa complessiva superiore ai 150 milioni di euro. Unita alle spese sostenute in precedenza per assemblare l’attuale squadra, il Barcellona di oggi è costato complessivamente 493 milioni di euro: circa 60 milioni in più del Bayern e quasi il doppio dell’Inter.
Prima della partita di andata contro l’Inter, la squadra allenata dal suo ex capitano Xavi Hernandez aveva perso soltanto contro il Bayern Monaco, e in campionato era prima, imbattuta e con un solo gol subito. Poi però è arrivata la sconfitta in trasferta contro l’Inter e da lì, con un obiettivo fondamentale come il passaggio del turno messo seriamente a rischio, il Barcellona ha perso certezze.
Da allora, quando ha giocato contro squadre del suo livello, non ha più vinto. Il pareggio in casa nel ritorno contro l’Inter ha posto le basi per l’eliminazione dalla Champions League; la sconfitta nel classico di Spagna contro il Real Madrid gli ha tolto il primo posto in campionato; il 3-0 subito in casa contro il Bayern ha infine confermato le difficoltà, peraltro tra i fischi del pubblico di casa.
Ma se sul piano sportivo la squadra può ancora ritrovarsi e puntare alla vittoria del campionato, l’eliminazione dalla Champions League, e tutto quello che ha fatto intravedere, costituisce un problema soprattutto per i bilanci.
Ritrovatasi con un indebitamento complessivo di 1 miliardo e 150 milioni di euro ereditato dalle precedenti gestioni, in estate la nuova dirigenza presieduta da Joan Laporta ha infatti scommesso molto sul futuro del club. Ha venduto o ipotecato gran parte dei suoi beni e si è indebitata ulteriormente per guadagnare nuovi margini operativi nel mercato (precedentemente bloccati dai debiti) e quindi rinforzare la squadra.
Per generare nuove entrate e ripagare i debiti — tra cui quello legato a un prestito decennale di quasi 600 milioni di euro ottenuto nel 2021 dalla banca d’affari Goldman Sachs — il Barcellona ora deve fare soprattutto una cosa: tornare a vincere per incassare di più e alimentare un fatturato che beneficia ancora dei grandi successi ottenuti negli anni passati, i cui effetti però non continueranno in eterno, specialmente se la squadra continuerà non solo a non vincere nulla, ma anche a rimediare figuracce in campo internazionale.
Dopo gli ultimi risultati, il presidente Laporta ha confermato tuttavia l’incarico a Xavi e ha aggiunto che nel mercato invernale, dopo i Mondiali in Qatar, il club investirà ancora per migliorare la squadra e continuare un progetto sportivo «che è in costruzione e si sta assestando nel tempo». E questo nonostante nel budget annuale fissato a inizio stagione il club abbia indicato il passaggio dei gironi di Champions League come obiettivo minimo da raggiungere.
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