Le indagini sulla morte di un detenuto nel carcere di Foggia
Osama Paolo Harfachi è stato trovato morto nella sua cella la mattina del 18 ottobre, cinque giorni dopo l'arresto
La procura di Foggia ha aperto un’inchiesta sulla morte di Osama Paolo Harfachi, trentenne foggiano di origini marocchine che la mattina del 18 ottobre è stato trovato morto nel letto della sua cella nella casa circondariale di via delle Casermette, dove era detenuto da cinque giorni dopo essere stato arrestato per rapina. Il primo esame sul cadavere aveva parlato genericamente di arresto cardiocircolatorio, ma i suoi genitori hanno detto che non aveva nessuna patologia ed era in buona salute. Ci sono 13 indagati: sette agenti della polizia penitenziaria, cinque tra medici e infermieri e un detenuto.
Pochi giorni prima un detenuto appena uscito dal carcere aveva scritto un messaggio a Zakaria, fratello di Osama Paolo Harfachi, avvisandolo che suo fratello era stato arrestato ed era pieno di dolori. Il detenuto aveva scritto di aver visto il trentenne «tutto spezzato». Il fratello ha anche spiegato a Foggia Today che nessuno aveva avvisato la famiglia dell’arresto. Nel pomeriggio del 25 ottobre si è svolta l’autopsia sul cadavere dell’uomo disposta dalla procura di Foggia, ma i risultati non sono stati resi noti. Il fratello, parlando con Foggia Today, ha detto: «Non posso dirvi le condizioni, non sono un medico. Ha molti segni sui fianchi derivati dallo scongelamento… non lo so (…). Voglio che i medici legali accertino la situazione».
Le ipotesi di reato per gli indagati sono omicidio preterintenzionale, omicidio colposo nell’esercizio della professione sanitaria e cessione di sostanze stupefacenti. La procura ha precisato che l’iscrizione nel registro degli indagati è stato un atto dovuto per permettere l’esecuzione dell’autopsia e dell’esame tossicologico sul cadavere dell’uomo. Una delle ipotesi è evidentemente che tra le cause della morte possa esserci l’assunzione di sostanze stupefacenti.
La compagna di Osama Paolo Harfachi fuori dal carcere ha detto ai giornalisti: «Non si può nascondere così tanto questa situazione, nemmeno io che sono la mamma di sua figlia sono stata avvisata, se non del decesso. Non stiamo capendo nulla. Non è giusto. Ho saputo dai suoi familiari che ha chiesto soccorso ma non l’ha ricevuto».
La neo senatrice Ilaria Cucchi ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Interno e della Giustizia Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Nel testo è scritto: «Sia fatta subito chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte in carcere di Osama Paolo Harfachi, trovato senza vita nel letto della sua cella nel carcere di Foggia».
Il segretario nazionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria ha detto che «pur comprendendo il dolore per la perdita di un figlio, deve finire questa caccia al poliziotto penitenziario, poiché da anni a questa parte sono loro che vengono fatti oggetto quasi giornaliero di aggressioni – tra l’indifferenza di tutti – e violenza da parte dei detenuti, che in molte occasioni hanno richiesto il ricovero in ospedale con danni permanenti».
Secondo il sindacato di polizia a dare l’allarme sarebbe stato, verso le 8 del 18 ottobre, il poliziotto addetto alla sezione dove era detenuto Osama Paolo Harfachi, che passando per il controllo avrebbe visto l’uomo disteso sul materasso «come se dormisse». Ripassando dopo, chiamandolo e non ricevendo nessuna risposta, avrebbe dato subito l’allarme «con l’intervento immediato dei sanitari che avrebbero constatato la morte». Secondo il Sappe «sarebbe stato fatto tutto quello che era necessario per chiarire il tragico accadimento».
I dati del sito Ristretti Orizzonti, aggiornati al 13 ottobre, dicono che i morti in carcere in Italia nel 2022 sono stati 137 (138 con la morte di Osama Paolo Harfachi), di cui 71 suicidi. Nel 2021 le morti erano state 148 (57 suicidi) e nel 2020 154 (61 suicidi).
– Leggi anche: Quest’anno i suicidi nelle carceri hanno già superato quelli del 2021