Lo scrittore Salman Rushdie ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano a causa dell’accoltellamento dello scorso agosto
Lo scrittore britannico di origine indiana Salman Rushdie ha perso la vista da un occhio e l’uso di una mano a causa dell’accoltellamento subìto lo scorso 12 agosto mentre stava partecipando a una conferenza negli Stati Uniti. Lo ha spiegato in un’intervista al País il suo agente, Andrew Wylie, che ha definito l’attacco allo scrittore «brutale». Wylie ha detto che Rushdie ha subìto ferite «profonde», tra cui tre gravi al collo e un’altra quindicina al petto e all’addome, ha perso la vista da un occhio e ha «una mano immobilizzata perché i nervi nel braccio sono stati recisi». Wylie non ha specificato se Rushdie si trovi ancora in ospedale, ma ha detto che «sopravviverà. Questa è la cosa più importante».
Rushdie, che ha 75 anni, fu aggredito poco prima di cominciare un intervento in un festival letterario organizzato a Chautauqua, nello stato di New York. Dopo i primi soccorsi fu portato in ospedale: inizialmente non riusciva a parlare né a respirare in maniera autonoma, poi le sue condizioni di salute avevano cominciato a migliorare.
Da subito la procura dello stato aveva ritenuto che l’attacco fosse stato mirato e premeditato: probabilmente l’uomo accusato di averlo accoltellato fu ispirato dalla condanna a morte (fatwa) emessa contro Rushdie nel 1989 dall’ayatollah Ruhollah Khomeini, l’allora leader politico e religioso dell’Iran, che riteneva che lo scrittore avesse insultato e offeso la religione islamica e il suo profeta nei Versi satanici, il suo noto romanzo del 1988. L’uomo, Hadi Matar, di 24 anni, fu subito fermato, arrestato e incriminato. Nei giorni seguenti all’attacco si dichiarò non colpevole di tentato omicidio e aggressione in due udienze in tribunale.
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