Elon Musk ha pochi giorni per comprare Twitter
Dopo avere cambiato di nuovo idea sull'acquisizione a inizio mese, ha tempo fino al 28 ottobre per evitare di finire in tribunale
Elon Musk ha meno di una settimana di tempo per chiudere l’accordo di acquisto di Twitter, iniziativa che si trascina ormai da mesi a causa dei ripensamenti del miliardario, conosciuto soprattutto per essere il CEO di Tesla e di SpaceX. Mancano infatti pochi giorni alla scadenza del 28 ottobre, decisa dalla giudice che segue il contenzioso legale avviato da Twitter contro Musk, quando quest’ultimo aveva ritrattato dicendo di non voler più acquistare il social network per 44 miliardi di dollari. A inizio ottobre Musk aveva annunciato un ulteriore ripensamento, dicendo di voler concludere l’acquisizione alla cifra originariamente offerta.
L’annuncio del ripensamento era arrivato pochi giorni prima del 17 ottobre, la data di inizio del processo con cui Twitter voleva che Musk mantenesse il proprio impegno assunto ad aprile per l’acquisizione. In seguito a quello sviluppo, la giudice Kathaleen McCormick aveva concesso a Musk più tempo in modo che l’accordo fosse concluso senza la necessità di avviare il procedimento.
Da allora, Musk ha limitato molto i propri tweet contro Twitter, uno dei suoi bersagli preferiti nel corso dell’estate quando sembrava avesse definitivamente rinunciato all’acquisizione. Secondo vari osservatori, il silenzio delle ultime settimane sull’argomento è probabilmente indicativo delle contrattazioni in corso tra le parti. Durante la presentazione dell’ultima trimestrale di cassa di Tesla la scorsa settimana, Musk si è limitato a definire Twitter «una risorsa che è stata trascurata per molto tempo, ma che ha un incredibile potenziale». Questo potenziale, sempre secondo Musk, sarebbe «di svariati ordini di grandezza maggiore rispetto al suo attuale valore».
Nel corso dell’estate le dichiarazioni e i tweet di Musk sembravano raccontare una storia diversa, con accuse a Twitter di aver ingannato gli investitori, soprattutto per quanto riguarda l’effettivo numero di iscritti al social network e la quantità di persone che lo utilizzano ogni mese. Musk aveva motivato la rinuncia all’acquisizione sostenendo che Twitter avesse un serio problema di account fasulli, mai affrontato seriamente dall’azienda.
Musk ha ora pochi giorni per chiudere l’accordo con Twitter ed evitare il processo e difficilmente potrebbe ottenere un nuovo rinvio, considerate le concessioni già offerte dalla giudice. Il processo avverrebbe inoltre in una situazione particolare, con entrambe le parti interessate a raggiungere lo stesso obiettivo, cioè l’acquisizione da parte di Musk, e la giudice che probabilmente darebbe comunque ragione a Twitter, visto che già ad aprile Musk si era impegnato formalmente per l’acquisizione. Per questo motivo molti analisti ritengono che l’accordo sarà raggiunto entro la scadenza, o comunque prima di una eventuale sentenza.
Il gruppo di banche che presterà 13 miliardi di dollari a Musk sembra essere determinato a mantenere l’impegno per il prestito, mentre il resto sarà pagato dallo stesso Musk e dagli investitori che parteciperanno all’acquisizione. Tra questi c’è anche il principe saudita Alwaleed bin Talal Al Saud, che possiede già alcune quote di Twitter.
Il percorso verso l’acquisizione del social network è stato alquanto accidentato e non è chiaro come Musk vorrà gestire la società, non appena ne avrà ottenuto il controllo. In primavera aveva fatto varie dichiarazioni sulla necessità di risolvere il problema degli account fasulli, migliorare la resa economica degli annunci pubblicitari mostrati sul social network ed eventualmente introdurre alcune funzionalità a pagamento. Vari dirigenti della società potrebbero essere sostituiti e in molti si chiedono se l’attuale CEO di Twitter, Parag Agrawal, manterrà il proprio incarico, dopo che Musk aveva risposto a uno dei suoi tweet con l’emoji che mostra una cacca, per quanto sorridente.
Twitter fatica da tempo a crescere, sia in termini economici sia di iscritti, e l’andamento dei suoi ultimi dati non è incoraggiante. Nell’ultimo trimestre, la società ha sostanzialmente speso più denaro per il proprio funzionamento di quanto ne abbia ricavato, con un disavanzo di circa 124 milioni di dollari. Anche per questo motivo nei giorni scorsi erano circolate informazioni, difficili da confermare, su un piano per tagliare di circa tre quarti il personale, che attualmente è formato da 7.500 dipendenti.