New Delhi prova a limitare l’inquinamento durante il Diwali
In vista della festività il governo locale ha annunciato multe e pene molto dure per chi accenderà petardi e avrà o proverà a vendere fuochi artificiali
Il governo locale di Delhi, il territorio in cui si trova la capitale indiana New Delhi, ha annunciato che chiunque farà scoppiare petardi durante la prossima festività induista del Diwali rischierà fino a sei mesi di carcere e una multa da 200 rupie (l’equivalente di circa 2,50 euro, in un paese in cui lo stipendio medio mensile è di circa 200 euro). La decisione fa parte di un piano più ampio per cercare di tenere sotto controllo i livelli di inquinamento della città, che ogni anno peggiorano a causa dei vari tipi di fuochi artificiali e petardi scoppiati in occasione della grande festa, che quest’anno si celebrerà il 24 ottobre.
Il Diwali è una festa nazionale che ricorre tra ottobre e novembre e dura cinque giorni. È una festività induista, ma viene celebrata anche da persone di altre religioni indiane, come i sikh, i giainisti e alcuni buddisti, anche in altri paesi. Il suo nome significa “fila di luci”: in occasione delle celebrazioni si decorano abitazioni ed edifici con candele e luci che simboleggiano la vittoria del bene sul male. Le festività cominciano dal sabato e durante il loro terzo giorno, quello più importante, le persone si riuniscono per ritrovi ed eventi speciali in cui si sparano fuochi d’artificio, si usano i bastoncini che fanno le scintille e si fanno scoppiare petardi.
L’area che circonda New Delhi è da anni una delle più inquinate al mondo, in parte per il traffico causato dagli spostamenti dei suoi oltre 20 milioni di abitanti, e in parte per gli incendi con cui tra autunno e inverno i contadini bruciano i residui della mietitura nei terreni agricoli che la circondano. Praticamente ogni anno nei giorni successivi al Diwali la città viene avvolta da una fitta nebbia di fumo prodotto durante i festeggiamenti, che aggrava una situazione già critica.
A settembre l’amministrazione locale di Delhi aveva imposto un divieto totale alla produzione, alla vendita e all’utilizzo di petardi fino alla fine dell’anno. Mercoledì, nell’ambito del piano per cercare di non aumentare i livelli di inquinamento, il ministro dell’Ambiente del governo locale, Gopal Rai, ha inoltre annunciato che chiunque venga scoperto in possesso di fuochi artificiali o provi a venderli ad altre persone rischia una multa di 5mila rupie (circa 60 euro) e fino a tre anni di carcere.
Il governo di Delhi ha anche formato più di 400 squadre di agenti di polizia e addetti che dovranno presidiare la situazione. Negli ultimi giorni sono già state sequestrate quasi 3 tonnellate di fuochi d’artificio, ha scritto il Times of India.
Nell’area di New Delhi dopo il Diwali i livelli del particolato fine, cioè gli inquinanti conosciuti come PM 2.5, raggiungono valori preoccupanti: sono particelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri che riescono a penetrare nei polmoni e in alcune circostanze a raggiungere il sistema circolatorio, comportando vari rischi per la salute delle persone. Spesso poi la situazione viene aggravata da alcuni fattori ambientali, come umidità e venti deboli, che non agevolano la dispersione delle particelle inquinanti.
Anche quest’anno ci si aspetta che in occasione della festività i livelli di qualità dell’aria superino abbondantemente quelli ritenuti “pericolosi”.
I provvedimenti del governo locale hanno provocato critiche da parte di alcuni fedeli induisti, che li considerano iniqui e discriminatori nei confronti della loro religione. Molti personaggi famosi che stanno partecipando alle campagne del governo contro l’utilizzo dei petardi durante il Diwali sono stati accusati di offendere l’induismo, scrive BBC. Non è la prima volta che il governo del territorio di Delhi prova a vietare l’uso di petardi e fuochi artificiali per cercare di risolvere il problema, ma tendenzialmente le persone avevano continuato a usarli lo stesso.
Nel 2021 a causa della grave situazione dell’inquinamento dopo il Diwali le scuole del territorio di Delhi erano rimaste chiuse per più di una settimana, gran parte dei lavori edili erano stati sospesi ed era stato vietato l’accesso in città ai camion che non trasportavano beni essenziali. Solo 5 delle 11 centrali a carbone attive nella zona erano potute rimanere aperte. In base ai dati della commissione per il controllo dell’inquinamento del territorio di Delhi, l’anno scorso nel giorno successivo al Diwali le emissioni prodotte dai petardi e dagli incendi avevano fatto salire l’indice della qualità dell’aria a 462, il dato peggiore dal 2016. In una scala che va dallo 0 a oltre 300, il livello di qualità “buono” sta sotto il 50.
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