La Sampdoria sta rischiando grosso
È ultima in classifica senza grandi prospettive di ripresa, ma quello che preoccupa di più è la sua situazione societaria
di Pietro Cabrio
Dopo la sconfitta subita in campionato contro la Roma, la Sampdoria è ultima in classifica con appena 3 punti fatti in 10 partite. Deve ancora riuscire a vincere, ha subito 13 gol in più di quelli che ha fatto e ha già cambiato una volta allenatore. La situazione in classifica e la modesta qualità della rosa non sono però le sue maggiori preoccupazioni.
Al termine della partita giocata in casa contro la Roma, un membro del consiglio d’amministrazione ha ipotizzato alla stampa un possibile fallimento se la società non dovesse essere in grado di reperire al più presto almeno 40 milioni di euro. È la somma richiesta dai creditori di Massimo Ferrero, l’ex presidente, ma ancora proprietario, arrestato lo scorso dicembre e ora sotto processo per bancarotta fraudolenta e altri reati legati ad alcune società di sua proprietà.
In seguito all’arresto, Ferrero si era dimesso dai suoi ruoli nella Sampdoria, anche perché interdetto da ogni incarico dirigenziale. Già prima, però, aveva separato la Sampdoria dal resto delle sue società affidandola a un trust, cioè a una fiduciaria incaricata di curarne gli interessi e trattare una eventuale cessione, che in questo caso andrebbe a ripianare debiti e pendenze a carico della proprietà.
Il declino della Sampdoria è in corso da otto anni, anche se inizialmente è stato mascherato. Nel 2014 l’ex proprietario Edoardo Garrone si liberò del club, anche su pressioni provenienti dal resto della sua famiglia, a un anno di distanza dalla morte del padre Riccardo, che nel 2002 aveva rilevato la Sampdoria salvandola da un probabile fallimento.
Non ci fu una vera e propria trattativa, dato che Garrone cedette la Sampdoria gratuitamente all’unico soggetto che aveva dimostrato interesse: Ferrero appunto, noto perlopiù per essere un produttore cinematografico, ma attivo anche nel settore turistico con diverse società. Proprio nel giorno in cui fu presentato come nuovo proprietario della Sampdoria, Ferrero patteggiò una condanna a un anno e dieci mesi per bancarotta fraudolenta per il fallimento di una sua compagnia aerea.
Eppure Ferrero non solo ricevette la Sampdoria gratuitamente, ma si trovò anche a disposizione più di 65 milioni di euro lasciati dai Garrone per garantire la continuità di gestione negli anni a venire. Grazie a questi fondi, per alcune stagioni la Sampdoria di Ferrero ha effettivamente funzionato e ottenuto discreti risultati in Serie A. Ora però quei soldi sono finiti e lentamente stanno venendo fuori i veri problemi.
Nel 2019 i buoni risultati ottenuti, uniti a una certa appetibilità economica, attirarono l’interesse di nuovi investitori, in particolare un gruppo americano rappresentato in Italia dall’ex calciatore Gianluca Vialli. In quel caso anche Garrone si espose pubblicamente consigliando a Ferrero di vendere la società in quel momento favorevole, ma la trattativa si concluse con un nulla di fatto, secondo le ricostruzioni a causa delle richieste troppo alte avanzate da Ferrero.
Da allora c’è stata la pandemia, che ha peggiorato i conti delle squadre, compresa la Sampdoria, i cui debiti ora sarebbero di almeno 140 milioni di euro. Ferrero è stato arrestato, la sua situazione finanziaria è presumibilmente peggiorata e proprio in queste settimane dovrà provare di non aver commesso i reati finanziari di cui è stato accusato. Per come si sono messe le cose, c’è chi teme che ora la Sampdoria possa diventare oggetto di speculazioni e rimanere incastrata nei problemi del suo proprietario.
Da tempo si parla di una trattativa con un investitore arabo, Faleh Khalid Al Thani, appartenente alla famiglia reale del Qatar. Inizialmente sembrava si dovesse chiudere in estate, ma così non è successo, e quindi l’attuale dirigenza ha dovuto costruire una squadra senza fondi e non ne ha nemmeno per far fronte alle prossime incombenze. In tutto questo, alle dure critiche nei confronti di Ferrero si sono aggiunte quelle all’ex proprietario Garrone, accusato di aver lasciato la squadra a un soggetto poco affidabile.
Che il clima intorno alla Sampdoria non sia dei migliori lo si è capito anche lunedì scorso, quando Ferrero si è presentato a sorpresa in tribuna allo stadio Ferraris provocando non poche agitazioni (per le quali ha dovuto andarsene poco dopo protetto da una scorta). Il giorno seguente il consiglio d’amministrazione nominato lo scorso dicembre e presieduto dall’ex giocatore Marco Lanna ha scritto in un comunicato che la presenza di Ferrero «non era programmata né in alcun modo avallata dal consiglio stesso né da alcun dipendente della società». Il consiglio ha accennato inoltre a possibili dimissioni.
In questi giorni si attende che Al Thani versi 40 milioni di euro alla Sampdoria, somma che da una parte dovrebbe servire a tamponare la preoccupante situazione finanziaria del club e dall’altra darebbe un segnale positivo nell’ambito della trattativa di vendita.
Se invece le cose non dovessero cambiare, la retrocessione potrebbe essere il danno minore, viste le difficoltà a trovare nuovi acquirenti (nel frattempo parte del gruppo in trattative nel 2019 ha comprato il Pisa). Una cosa simile era successa nella passata stagione all’altra squadra cittadina, il Genoa, retrocessa in Serie B e precedentemente acquistata da un fondo d’investimento straniero dopo anni di contestazioni alla gestione del precedente proprietario, Enrico Preziosi.
– Leggi anche: Il campionato inglese di rugby sta collassando