Una canzone della Dave Matthews Band
E poi da innamorati adoranti si dicono un sacco di banalità
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Devo senz’altro accogliere – con dolore – l’obiezione di Roberto alla mia celebrazione di Diamonds and rust di ieri : sono infatti d’accordo che non ci sia licenza poetica che possa rendere indulgenti sul rigore scientifico, e che in effetti dove lei dice “una voce che avevo conosciuto un paio di anni luce fa” abbia ragione Roberto: «Sarò intransigente, ma secondo me una canzone in cui si utilizza erroneamente il concetto di anno luce come misura di tempo, non dovrebbe essere considerata un esempio valido di testo».
( I Nationals furono decisamente più accurati).
È morto Franco Gatti dei Ricchi e poveri, sempre stati simpatici comunque ( La prima cosa bella migliore era quella di Nicola Bari, ma il video vale per le acconciature del pubblico).
Il Post ha raccontato la storia di cui dicemmo ieri sera, di quando Elvis fece il militare .
Non so se lui vuole farlo sapere, supergiovane com’è, ma oggi è un compleanno rotondo di Carlo Massarini , e auguri.
Crush
Dave Matthews Band
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Sulla curiosa condizione della Dave Matthews Band, una rock band di pazzesco successo americano che non ha mai sfondato altrove, riprendo una cosa che scrissi anni fa.
Non credo che Dave Matthews sfonderà più in Europa, ormai. E va anche bene così: è rassicurante sapere che ci sono dei grandi successi americani che qui non passano, punto.
In una recente lista di Billboard, Dave Matthews sta tra i dieci artisti che hanno venduto più dischi negli Stati Uniti nell’ultimo ventennio (trentatré milioni, quanto gli U2). Eppure, da noi nessuno conosce lui e la sua band, e anche in America in pochi sanno ricordare una sua canzone.
Perché la Dave Matthews Band è una bella eredità di altri tempi del rock: sono grandi musicisti, coltivano un culto adorante e il mito del tour e degli assolo. Più che canzoni, fanno musica. Il loro disco dal vivo dell’anno scorso sembrava tirato fuori dagli anni Settanta. Più appassionati e anacronistici di loro ci sono solo i Phish , altro fenomeno del genere tipicamente americano. Il nuovo disco della DMB è appena uscito, si chiama “Big Whiskey and the GrooGrux King”, ed è dedicato a LeRoi Moore, lo storico sassofonista morto l’anno passato, dopo aver messo per vent’anni il suono più anomalo e identificabile nel rock della band (che però si è nutrito anche di violini, di suoni jazz, di leggerezze pop). Non sfonderanno più in Europa ormai: ma questo, a voi snob là fuori, non può che far piacere.
Crush è del 1998, uscì in un disco prodotto da Steve Lillywhite, uomo di mille meraviglie di cui parlammo già. N el disco – che arrivò dritto al primo posto americano, liberandolo dalla colonna sonora di Titanic , per dire – la canzone dura 8 minuti con un assolo di chitarra eccezionale e una festa di suoni dal basso al sassofono, ma ce ne fu anche una versione radiofonica di 4. Anni fa Dave Matthews fu informato che era una delle canzoni preferite di Jay-Z e andò in brodo di giuggiole .
Sulle parole, invece, Crush è proprio una delle tante canzoni a cui mi riferivo ieri, un testo d’amore e di adorazione enfatica e travolta, in cui non riesco a isolare un verso di qualche originalità: però suona una bellezza, come si apre e svolta in “It’s crazy I’m thinking just knowing that the world is round” (affermazione che Roberto approverà, stavolta). E poi da innamorati adoranti si dicono un sacco di banalità, e grazie al cielo, che sinceramente Cyrano metteva un po’ pressione ( «anche meno, Cira’» ) e forse basta un
You know I mean to tell you all the things I’ve been thinking
Deep inside my friend
With each moment the more I love you
E ci siamo capiti.