La Russia vuole provocare una crisi energetica in Ucraina
I bombardamenti degli ultimi giorni hanno lasciato senza elettricità oltre mille città e paesi, e c'è grande preoccupazione per l'inverno
I bombardamenti della Russia in Ucraina degli ultimi otto giorni stanno colpendo soprattutto infrastrutture energetiche e obiettivi civili, causando enormi disagi alla popolazione ucraina e lasciando senza elettricità, acqua e riscaldamento moltissime zone del paese: è ormai chiaro che l’obiettivo della Russia con questi bombardamenti non sia colpire obiettivi militari, ma terrorizzare e creare enormi problemi alle persone comuni, soprattutto cercando di provocare una crisi energetica subito prima dell’arrivo dell’inverno.
La Russia aveva iniziato a lanciare missili e droni su infrastrutture energetiche in modo sistematico a partire dallo scorso 10 ottobre, quando aveva colpito massicciamente la capitale Kiev e molte altre città: quel bombardamento era stato organizzato esplicitamente come ritorsione per l’esplosione che due giorni prima aveva danneggiato il ponte che collega la Russia alla Crimea (e di cui la Russia incolpa l’Ucraina), considerato importantissimo per il rifornimento delle truppe russe.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che negli ultimi otto giorni è stato distrutto il 30 per cento delle centrali elettriche ucraine. Secondo il ministro dell’Energia al momento 1.162 città e paesi ucraini sono senza elettricità: in realtà negli ultimi giorni i luoghi che sono rimasti isolati dalla rete elettrica per i bombardamenti sono stati anche molti di più (se ne stimano circa 4mila in 11 regioni diverse), ma nella maggior parte dei casi le infrastrutture sono state ripristinate con uno sforzo enorme dei lavoratori del settore.
Nonostante il grande lavoro per ripristinare i servizi, c’è grande preoccupazione per come il paese potrà affrontare l’inverno in queste condizioni, specie se i bombardamenti contro le infrastrutture civili continueranno. Kyrylo Tymoshenko, uno stretto collaboratore di Zelensky, ha detto che tutti devono essere pronti «a risparmiare elettricità», «a continui blackout» e in generale «a un inverno duro». Al momento il governo ha chiesto alla popolazione di non usare apparecchi elettrici tra le 7 e le 9 del mattino, e tra le 17 e le 22 ogni giorno.
Gli ultimi bombardamenti di martedì hanno lasciato diverse zone di Kiev senza acqua ed elettricità, e il sindaco Vitali Klitschko ha detto che le tre persone morte in questi attacchi lavoravano in importanti infrastrutture di questi settori. Acqua ed elettricità mancano del tutto a Zhytomyr, a ovest di Kiev, dove gli ospedali stanno continuando a lavorare con sistemi di emergenza. Anche nella città di Dnipro, nel sud-est del paese, è stata colpita un’importante infrastruttura energetica, e lo stesso a Zaporizhzhia.
Molte altre città sono in situazioni simili, e le persone si stanno abituando a tenere le luci spente il più possibile (anche oltre le restrizioni del governo), a fare la fila per l’acqua, a razionarla e a raccogliere la legna, sia per questi giorni che come scorta per quelli che verranno.
In questo genere di attacchi mirati alle infrastrutture stanno avendo un ruolo importante i droni iraniani usati dalla Russia, che si schiantano contro un obiettivo facendo detonare il proprio esplosivo, e quindi autodistruggendosi. Oltre alle infrastrutture energetiche colpiscono anche obiettivi civili, senza un apparente motivo strategico: a Mykolaiv, a sud, sono stati colpiti un palazzo residenziale (dove è morta una persona) e il mercato floricolo cittadino.
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Dal 7 al 18 ottobre in Ucraina sono state uccise in bombardamenti simili più di 70 persone. I paesi occidentali hanno parlato di questo genere di attacchi rivolti ai civili come “crimini di guerra” da parte della Russia, mentre quest’ultima continua a sostenere di star colpendo solo obiettivi militari o strategici: fra questi include sia i depositi di armi e munizioni, sia le infrastrutture energetiche, che però servono più che altro alle persone comuni nella vita di tutti i giorni.
L’Ucraina e i paesi occidentali che la sostengono si aspettavano da tempo che nel periodo più freddo dell’anno la Russia avrebbe cercato di colpire le infrastrutture energetiche del paese. La strategia è diventata ancora più chiara ed è stata confermata dopo le recenti sconfitte sul campo della Russia. In questi mesi di guerra l’Ucraina si era in effetti in parte preparata ad attacchi di questo tipo: Ivan Plachkov, ex ministro delle Politiche energetiche ucraino, ha spiegato al New York Times che erano state predisposte centrali elettriche indipendenti in grado di funzionare come «isole di approvvigionamento energetico» anche in caso di danneggiamenti alla rete nazionale.
Il governo ucraino sta chiedendo con urgenza ai paesi occidentali di inviare attrezzature militari per la difesa aerea, fondamentale per contrastare i droni usati dalla Russia, che in questo momento vengono affrontati in modo un po’ improvvisato. I paesi della NATO alcuni giorni fa avevano fatto sapere che avrebbero fornito sistemi avanzati per la difesa aerea, ma i danni già causati alla rete elettrica ucraina potrebbero aver già compromesso i prossimi mesi invernali in modo decisivo per la popolazione.
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