L’invio di armi alla Russia sta complicando i rapporti dell’Occidente con l’Iran
Stati Uniti e Unione europea stanno pensando concretamente a sanzioni e contromisure
I bombardamenti russi degli ultimi giorni su molte città ucraine sono stati realizzati in gran parte con droni di fabbricazione iraniana, che sono uno dei motivi principali del successo dei recenti attacchi nel colpire alcune infrastrutture specifiche, come quelle energetiche. La fornitura di armi alla Russia da parte dell’Iran però potrebbe gravemente peggiorare i rapporti di quest’ultimo con i paesi occidentali, già da tempo molto problematici: Stati Uniti e Unione europea stanno valutando nuove sanzioni e contromisure che potrebbero essere decise e comunicate già nei prossimi giorni.
L’Iran ufficialmente ha negato di aver fornito i propri droni alla Russia, e il governo russo da parte sua ha detto di non aver mai usato droni iraniani per attaccare l’Ucraina. I resti dei droni esplosi ritrovati nelle città ucraine e le foto scattate mentre erano in volo non lasciano tuttavia molti dubbi sulla loro provenienza, e diversi giornali internazionali hanno confermato in via ufficiosa i rapporti tra Iran e Russia per la fornitura di armi.
I droni iraniani stanno avendo un ruolo molto rilevante nella guerra. Quelli visti finora sono del tipo Shahed-136: sono telecomandati e difficili da abbattere, possono volare per più di duemila chilometri autonomamente, cioè seguendo le coordinate GPS impostate, e trasportare fino a 50 chili. Si schiantano contro gli obiettivi facendo detonare il proprio esplosivo, e quindi autodistruggendosi. Secondo Bloomberg a fine agosto l’Iran ha fornito alla Russia circa un migliaio di Shahed-136.
Reuters, che ha parlato con due importanti funzionari iraniani e con due diplomatici di cui non ha rivelato l’identità, scrive inoltre che Iran e Russia avrebbero già stipulato lo scorso 6 ottobre un nuovo accordo per un’ulteriore fornitura di armi: questo comprenderebbe sia droni simili a quelli già visti in Ucraina, sia missili balistici di migliore precisione rispetto a quelli usati finora dalla Russia.
Citando funzionari statunitensi che hanno rapporti con l’intelligence, martedì il New York Times ha diffuso la notizia che nell’ultimo periodo l’Iran avrebbe inviato addestratori in zone occupate dell’Ucraina per aiutare l’esercito russo a risolvere eventuali problemi con i droni che gli hanno venduto. Li avrebbe inviati in particolare in Crimea, la penisola a sud dell’Ucraina che la Russia annesse illegalmente nel 2014, da dove negli ultimi giorni sono partiti molti droni schiantatisi contro le città ucraine. Gli addestratori iraniani farebbero inoltre parte delle Guardie rivoluzionarie, il potente corpo militare dell’Iran che è considerato da molti paesi internazionali un’organizzazione terroristica.
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I paesi occidentali si sono già detti intenzionati a prendere contromisure per disincentivare i rapporti dell’Iran con la Russia, e queste potrebbero ulteriormente peggiorare se nei prossimi giorni saranno trovati missili iraniani tra quelli usati dalla Russia in Ucraina.
I rapporti tra l’Iran e i paesi occidentali, in particolare gli Stati Uniti, erano già particolarmente difficili: i due paesi stanno cercando da tempo di rilanciare lo storico accordo raggiunto nel 2015, che prevedeva una riduzione della capacità dell’Iran di sviluppare la tecnologia per un’arma nucleare in cambio della rimozione di alcune pesanti sanzioni internazionali all’economia iraniana. L’accordo era stato cancellato da Donald Trump durante la sua presidenza, e i recenti tentativi di ripristinarlo sono molto vicini al fallimento: gli ultimi sviluppi potrebbero archiviarli definitivamente.
Martedì il vice portavoce del dipartimento di Stato americano, Vedant Patel, ha detto che il governo degli Stati Uniti può colpire l’Iran con diversi strumenti, come sanzioni e limiti alle esportazioni. Ha anche parlato dei rapporti tra Iran e Russia come una «profonda minaccia» per tutto il mondo. Già a settembre gli Stati Uniti avevano imposto sanzioni a quattro società iraniane accusate di aver collaborato alla produzione dei droni e al loro trasporto in Russia.
Secondo il giornale Politico, anche l’Unione europea starebbe seriamente pianificando una lista di sanzioni all’Iran, che potrebbero essere concordate già mercoledì e annunciate tra giovedì e venerdì di questa settimana. Si tratterebbe di sanzioni contro politici ed entità iraniane di rilievo, per inviare un segnale forte prima di arrivare alle sanzioni economiche.
Mercoledì si terrà anche una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – l’organo più importante delle Nazioni Unite, l’unico che può approvare sanzioni e autorizzare interventi militari – in cui secondo Reuters gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia chiederanno sanzioni all’Iran: la fornitura di armi alla Russia per attaccare l’Ucraina violerebbe le condizioni di una risoluzione dello stesso Consiglio di Sicurezza (la numero 2231), che approvava l’accordo sul nucleare del 2015.
Lunedì l’Unione europea aveva già imposto sanzioni a membri delle forze dell’ordine e politici iraniani per il loro ruolo nella grave repressione delle proteste che vanno avanti da settimane nel paese, provocate dalla morte in carcere di una ragazza 22enne arrestata per aver indossato male il velo islamico. L’Iran inoltre deve già fronteggiare pesanti sanzioni economiche da parte degli Stati Uniti.
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