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  • Martedì 18 ottobre 2022

Sarà l’anno del riscatto per la squadra più ignorata di Los Angeles?

Nella stagione del basket NBA che inizia tra martedì e mercoledì i Clippers sono l’incognita da tenere d’occhio

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Gli equilibri tra le squadre del campionato di basket NBA possono cambiare facilmente, come si è visto nella passata stagione con la vittoria dei Golden State Warriors. La miglior squadra di basket dell’ultimo decennio è tornata a vincere il titolo dopo alcuni anni complicati in cui tra infortuni, cessioni e assenze era precipitata fino alle ultime posizioni del campionato. I grandi giocatori però erano ancora lì, quasi tutti: dovevano solo rimettersi dagli infortuni e trovare il modo di funzionare insieme in un nuovo sistema, come poi è successo.

Nella nuova stagione NBA, che inizia nella notte tra martedì e mercoledì, una squadra potrebbe fare un percorso simile, anche se ancora più tortuoso: i Los Angeles Clippers, da sempre all’ombra di quelli con cui hanno avuto la sfortuna di doversi dividere la città, i Los Angeles Lakers. Il confronto tra le due squadre di basket cittadine è impietoso: i Lakers sono, insieme ai Boston Celtics, i più vincenti nella storia del campionato e il loro marchio è conosciuto in tutto il mondo, mentre i Clippers non solo non hanno mai vinto un titolo, ma non sono neanche mai arrivati a giocare una finale (e questa è la loro maledizione).

Per ESPN, tuttavia, ora i Clippers si trovano davanti «l’annata più importante della loro storia», mentre la stessa NBA li colloca, almeno in partenza, appena dietro a squadre da tempo solide e competitive come Warriors, Milwaukee Bucks, Boston Celtics e Phoenix Suns. I Clippers sono dati anche davanti ai Lakers, che dopo l’ultima deludente stagione non sembrano essersi ancora sistemati, nonostante i grandi nomi in squadra.

Queste particolari aspettative sui Clippers riguardano soprattutto l’atteso ritorno di due grandi giocatori da tempo fermi per infortunio, ma si inseriscono anche nell’ampia strategia di rilancio intrapresa dalla proprietà, che dal 2014 fa capo all’ex amministratore delegato di Microsoft Steve Ballmer.

I due giocatori che cambiano le prospettive della squadra sono Paul George e Kawhi Leonard. Entrambi sono considerati tra i migliori difensori in attività, ma sanno aggiungere anche un notevole contributo offensivo. Leonard in particolare è un grande realizzatore: in dieci stagioni ha superato gli 11mila punti segnati in NBA, è stato protagonista negli ultimi titoli vinti da San Antonio e Toronto – in entrambi i casi come MVP delle finali — ed è stato eletto miglior difensore della lega in due diverse stagioni.

Ma sia George che Leonard hanno il grande problema dell’integrità fisica. Nell’ultima stagione George ha giocato appena 31 partite per vari acciacchi, mentre Leonard l’ha saltata completamente per via della precedente rottura dei legamenti crociati del ginocchio. Lo scorso anno, senza Leonard e spesso senza George, i Clippers hanno disputato una stagione mediocre da 42 vittorie e 40 sconfitte, conclusa agli spareggi per entrare ai playoff.

Dopo le rispettive convalescenze, George e Leonard sono tornati entrambi a disposizione di Tyronn Lue, l’allenatore vincitore del primo titolo nella storia dei Cleveland Cavaliers, quello con LeBron James nel 2016. Il loro ritorno trasforma i Clippers in una delle squadre meglio attrezzate per profondità e qualità media della rosa, ma tutto dipenderà da quanto e come riusciranno a giocare.

Oltre a Leonard e George, nell’ipotetico quintetto di partenza ci sono giocatori di rendimento accertato come Reggie Jackson, Ivica Zubac e Marcus Morris. E altri se ne trovano nella cosiddetta rotazione, ritenuta una delle più profonde del campionato. C’è Terrence Mann, per esempio, che con Jackson l’anno scorso riuscì perlomeno a portare la squadra agli spareggi, e ci sono, tra gli altri, il francese Nicolas Batum e l’ultimo arrivato, John Wall, che viene da un lungo periodo di inattività ma che potrebbe prendersi un posto nel quintetto se dovesse anche solo avvicinarsi ai livelli raggiunti in passato a Washington.

Di pari passo i Clippers stanno tentando anche di costruirsi una loro identità più riconoscibile, e certamente una stagione positiva, se non addirittura vincente, sarebbe di grande aiuto.

L’identità della squadra è sempre stata ritenuta piuttosto debole. Il nome Clippers, ossia il termine che indica gli ultimi velieri in uso nell’Ottocento, deriva dai tempi in cui la squadra aveva sede a San Diego. È stato poi mantenuto nel trasferimento a Los Angeles nel 1984, senza mai riscuotere grandi successi. Per tutti questi motivi la squadra sta adottando gradualmente un’immagine più legata alla città di Los Angeles, utilizzando per esempio il logotipo realizzato dal famoso artista losangelino Mister Cartoon.

L’altra parte di questo progetto prevede un cambiamento ben più radicale: il trasferimento dal vecchio Staples Center, che è nel centro città ed è famoso per essere il palazzetto delle vittorie dei Lakers, verso una nuova arena in costruzione a Inglewood.

Quella zona, nei pressi dell’aeroporto internazionale di Los Angeles, è già stata scelta per il rilancio dei Rams, squadra di football alla ricerca di una nuova identità dopo il ritorno in città da Saint Louis. A loro è andata molto bene, dato che la scorsa stagione, dopo neanche due anni dal trasferimento, hanno vinto il Super Bowl proprio nel loro nuovo stadio, rientrando così tra le squadre vincenti di Los Angeles insieme ai Lakers e ai Dodgers, vincitori di sette World Series nel baseball.

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