Il piano della Commissione europea per tenere sotto controllo il mercato del gas
Dovrà essere valutato e approvato dal Consiglio europeo dei prossimi giorni, e non prevede un tetto fisso ai prezzi, ma uno “dinamico”
La Commissione europea ha presentato oggi un nuovo piano per far fronte alla crisi energetica che ha colpito il continente dall’inizio della guerra in Ucraina. È da mesi che i paesi membri stanno negoziando soluzioni comuni per far fronte ai rincari del gas, ma le diverse sensibilità sulla politica energetica non consentivano di arrivare a un accordo. Togliendo gli elementi più controversi, la Commissione spera di riuscire ad arrivare a un’approvazione. I progressi in sede europea non sono mai dirompenti, ma sono il frutto di piccoli successi marginali nelle negoziazioni, che in questo caso stanno durando da marzo.
Il piano contiene meccanismi di acquisti comuni di gas, così da sfruttare una maggiore capacità negoziale per ottenere prezzi più bassi, di solidarietà nelle forniture, nel caso in cui alcuni stati membri si trovino a far fronte a un’improvvisa mancanza della materia prima, e infine un nuovo meccanismo per la determinazione del prezzo del gas. Non si tratta di un tetto al prezzo del gas, il cosiddetto price cap su cui si discute da mesi senza trovare un accordo. Il provvedimento, che riprende molte idee già discusse dai capi di stato e di governo al Consiglio europeo informale di Praga, sarà poi discusso a livello politico durante il Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre.
Il progetto prevede l’introduzione di un nuovo meccanismo di riferimento per stabilire il prezzo del gas, diverso dal prezzo che si definisce sul Title Transfer Facility (TTF), il mercato energetico di Amsterdam, che in questi mesi ha mostrato molti problemi. Ci lavorerà l’ACER, l’Agenzia europea per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia, che consegnerà un modello entro marzo 2023. Nel frattempo la Commissione suggerisce di affrontare l’emergenza con un limite al prezzo dinamico, una misura temporanea e di ultima istanza, da attivare se i prezzi dovessero andare di nuovo fuori controllo.
Nella conferenza stampa tenuta a Strasburgo, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ricordato come il TTF non sia più rappresentativo del mercato energetico europeo, perché è stato pensato quando le forniture avvenivano perlopiù tramite gasdotto, mentre ora sono notevolmente aumentate le forniture via nave di gas naturale liquefatto (quello che poi ha bisogno dei rigassificatori, per intenderci).
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Il meccanismo temporaneo vieterebbe sul TTF transazioni a un prezzo superiore al limite dinamico, che sarà calcolato via via prendendo a riferimento una media delle quotazioni di gas in altri mercati finanziari internazionali, giudicati più stabili e più rappresentativi delle reali condizioni di domanda e offerta.
In questo modo si contribuirà a evitare un’estrema volatilità. Inoltre, per limitare picchi repentini di prezzo, la Commissione propone di introdurre un intervallo di prezzo giornaliero per proteggere gli operatori energetici da eccessive oscillazioni all’interno della stessa giornata.
Sono bastate le indiscrezioni sul piano della Commissione europea per far scendere significativamente il prezzo del gas scambiato al TTF: lunedì la quotazione ha perso il 10 per cento in un solo giorno, arrivando a quota 123 euro per megawattora, e martedì è scesa ancora a 117 euro, ai minimi da giugno. Si tratta di un valore certamente alto se paragonato a quelli di un anno fa, ma decisamente inferiore rispetto il massimo di agosto, quando aveva superato la soglia dei 300 euro.
La Commissione ha presentato anche la base legale per rendere obbligatorio l’acquisto in comune di gas, in modo da cercare di spuntare prezzi migliori sul mercato. «Siamo più forti quando agiamo insieme», ha detto von der Leyen. Allo stato delle cose gli acquisti in comune avvengono su base volontaria, e hanno finora suscitato poco interesse tra i paesi membri. La Commissione vorrebbe che invece i paesi partecipino alla domanda aggregata di gas a livello europeo per almeno il 15 per cento delle loro riserve in vista dell’inverno.
La Commissione incaricherebbe un fornitore di servizi di organizzare l’aggregazione della domanda a livello europeo, raggruppando le esigenze di importazione di gas e cercando offerte sul mercato che soddisfino la domanda. L’acquisto vero e proprio verrebbe poi delegato alle aziende riunite su base volontaria in un consorzio.
Von der Leyen ha poi detto che la sicurezza energetica per questo inverno passerà per forza di cose attraverso una riduzione dei consumi superflui e non necessari. I consumi europei di gas in agosto e settembre sono stati il 15 per cento più bassi rispetto alla media dei 5 anni precedenti. Sforzi simili saranno necessari ogni mese fino a marzo, anche per rispettare il piano europeo di riduzione dei consumi approvato in estate (ripreso interamente dal piano italiano).
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