Il nuovo governo svedese sarà molto di destra
Lo lascia intuire il programma della coalizione, pesantemente influenzato dalle proposte del partito estremista dei Democratici Svedesi
Il parlamento svedese ha approvato la mozione di fiducia a Ulf Kristersson, leader del partito dei Moderati, di centrodestra, e nuovo primo ministro del paese dopo le elezioni politiche dell’11 settembre. Nei prossimi giorni Kristersson annuncerà i ministri del suo governo e presenterà una bozza della legge di bilancio per il 2023. Intanto la nuova coalizione di maggioranza ha approvato un programma condiviso da 62 pagine (PDF) pesantemente condizionato dalle proposte dei Democratici Svedesi, un partito politico di estrema destra arrivato secondo alle ultime elezioni.
Il governo di Kristersson sarà uno dei più conservatori nella storia della Svezia, un paese che dal Secondo dopoguerra è stato governato a periodi alterni dal centrosinistra o da una coalizione di centrodestra liberale.
Lo spostamento verso destra è stato determinato dal successo elettorale dei Democratici Svedesi, che hanno ottenuto il 20,54 per cento dei voti superando di circa un punto i Moderati. I più votati sono stati i Socialdemocratici, col 30,33 per cento dei voti, la cui coalizione però è andata peggio del previsto. In un parlamento estremamente frammentato, i principali partiti di centrodestra liberale – i Moderati, i Liberali e i Democratici Cristiani – hanno scelto di formare un governo di centrodestra con i Democratici Svedesi piuttosto che cercare un compromesso politico con i Socialdemocratici e il resto del centrosinistra.
Nominalmente i Democratici Svedesi non avranno ministri nel governo guidato da Kristersson, e si limiteranno a un appoggio esterno in parlamento: un modo per proteggere l’immagine dei partiti del centrodestra e permettere loro di sostenere che non abbiano alleati di governo di estrema destra. In realtà i Democratici Svedesi avranno pari dignità tra i tre partiti di centrodestra: Euronews ha notato che nel programma condiviso, sottoscritto anche dai Democratici Svedesi, si legge che «i partiti che non sono al governo avranno piena e uguale influenza» rispetto a quelli al governo. I Democratici Svedesi inoltre potranno nominare tecnici e funzionari da affiancare al personale politico nei ministeri, espressi invece dai partiti più moderati.
Ma i Democratici Svedesi non saranno solo un partito fra i tanti, all’interno della coalizione: i loro 73 deputati rappresentano circa il 40 per cento della maggioranza parlamentare che sostiene il nuovo governo, formata da 176 deputati. E prima ancora dei primi passi parlamentari del nuovo governo, hanno fatto valere tutto il loro peso nella compilazione del programma condiviso.
I Democratici Svedesi hanno costruito un grosso pezzo del proprio consenso promettendo politiche molto severe sull’immigrazione e sulla criminalità, come molti altri partiti europei di estrema destra, stabilendo spesso un legame fra questi due elementi (legame peraltro mai provato da studi e analisi sui due fenomeni). Ed è su questi due temi che si nota di più l’influenza dei Democratici Svedesi sul programma del governo Kristersson.
Sull’immigrazione, per esempio, il nuovo governo promette di accogliere soltanto 900 rifugiati all’anno contro i 6.400 posti fissati nel 2022 dal governo uscente, di centrosinistra; cancellerà i permessi di soggiorno a tempo indefinito e allungherà i tempi per i ricongiungimenti familiari che possono chiedere le persone straniere già accolte in Svezia.
Fino a pochi anni fa la Svezia è stata un paese storicamente tollerante e assai accogliente nei confronti dei migranti. Alcune stime indicano che un cittadino svedese su quattro ha un genitore nato al di fuori della Svezia. Le cose sono cambiate negli anni successivi all’ingente flusso migratorio del 2015 lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, col quale circa un milione di persone arrivarono in Europa scappando da Medio Oriente e Nord Africa. Fra 2015 e 2016 la Svezia ricevette 191.816 richieste di asilo: una montagna, per un paese di appena 10 milioni di abitanti.
In quegli anni i Democratici Svedesi ottennero grande visibilità per la loro storica opposizione all’accoglienza dei rifugiati non europei, condita a un certo razzismo. Già nel 2009 il leader dei Democratici Svedesi Jimmie Åkesson aveva detto di considerare l’arrivo di stranieri musulmani in Svezia «la più grave minaccia esterna dai tempi della Seconda guerra mondiale». Col tempo su questo tema il partito si è costruito una coerenza che più di recente hanno sfruttato per chiedere un approccio più duro nei confronti delle gang criminali, spesso formate da stranieri di seconda generazione poco integrati nella società svedese.
La Svezia è l’unico paese europeo in cui negli ultimi dieci anni sono aumentati gli omicidi con arma da fuoco. Nel 2020 erano morte 47 persone in queste circostanze. Il dato del 2022 ha superato quello del 2020 già a metà settembre. Secondo i dati del Consiglio per la prevenzione del crimine di Stoccolma, ente governativo specializzato nel tema, in Svezia ci sono ogni anno circa 4 morti per arma da fuoco per ogni milione di abitanti, rispetto a una media europea di 1,6.
I Democratici Svedesi hanno saputo fornire una risposta univoca – no agli stranieri – a una serie di problemi più sfaccettati della società svedese. Una ricerca del 2020 dell’istituto Brookings sulle persone che si sono avvicinate al partito ha scoperto che molti citano fra le ragioni il flusso migratorio del 2015, ma anche il numero di bambini stranieri nelle classi dei propri figli, o episodi di piccola criminalità che gli sono capitati personalmente.
Il tema delle gang criminali in particolare è stato uno dei più discussi nella recente campagna elettorale. Quasi tutti i partiti, compresi i Social Democratici, hanno invocato misure più dure contro le gang, a discapito per esempio di politiche per favorire una maggiore integrazione degli stranieri e degli svedesi di seconda generazione. Alle ultime elezioni i Democratici Svedesi hanno approfittato di questa cornice securitaria per aumentare ulteriormente i propri consensi, dopo il buon risultato delle elezioni politiche del 2018 e delle elezioni europee del 2019.
Anche sulla criminalità il programma del nuovo governo riflette le posizioni dei Democratici Svedesi. Sono previste pene più severe per i membri delle gang criminali, maggiori finanziamenti per le forze dell’ordine, e la designazione di zone speciali dove eserciteranno un controllo più pervasivo (saranno probabilmente le periferie delle grandi città, dove spesso risiedono gli svedesi di seconda generazione).
«Non c’è dubbio che ora dobbiamo rispettare la promessa di un approccio molto più severo sull’immigrazione, e probabilmente non c’è nessuno che abbia così tante proposte in questo settore quanto i Democratici Svedesi», ha detto Kristersson in un’intervista al quotidiano svedese Aftonbladet, ammettendo di fatto che molte delle posizioni del nuovo governo su immigrazione e criminalità saranno mutuate da quelle dei Democratici Svedesi.